Cinema

Addio a Peppino Rotunno, direttore della fotografia

Candidato all'Oscar nel 1980 per ‘All That Jazz’ di Bob Fosse, collaborò con Fellini e Visconti in molte pietre miliari della cinematografia italiana.

1923-2021
7 febbraio 2021
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Giuseppe ‘Peppino’ Rotunno è morto a 97 anni nella sua casa di Roma. È stato uno dei più importanti e premiati direttori della fotografia del cinema italiano e internazionale. Nato nella capitale il 23 marzo del 1923, Rotunno inizia a lavorare a Cinecittà nel 1940. Tra le sue prime esperienze importanti, quella del 1954 per la seconda unità di ‘Senso’ di Visconti, e per ‘Attila’ di Pietro Francisci. L’esordio ufficiale nel ruolo arriva nel 1955 in ‘Pane amore e...’ di Dino Risi. Si fortifica in quegli anni il sodalizio con Luchino Visconti, con cui firmerà la fotografia di tanti film, come ‘Le notti bianche’, ‘Rocco e i suoi fratelli’, ‘Il gattopardo’, ‘Lo straniero’, oltre agli episodi diretti dal regista in ‘Boccaccio ’70’. “In qualche modo Visconti è stato mio padre in questo lavoro”, spiegava Rotunno in un’intervista. “Ho avuto quel rapporto per il lavoro, per la vita, per sempre”.

Fondamentale anche l’incontro con Federico Fellini, per cui cura la fotografia per l’episodio Toby Dammit di ‘Tre passi nel delirio’, ‘Satyricon’, ‘Roma’, ‘Amarcord’, ‘Il Casanova’, ‘Prova d’orchestra’, ‘La città delle donne’, ‘E la nave va’. Fellini lo vuole anche come direttore della fotografia per il mai realizzato ‘Il viaggio di G. Mastorna’. E poi Vittorio de Sica (‘Ieri oggi e domani’, ‘I girasoli’), Valerio Zurlini (‘Cronaca familiare’), Mario Monicelli (‘La Grande guerra’, ‘I compagni’), Lina Wertmüller (‘Film d’amore e d’anarchia’), Benigni e Troisi (‘Non ci resta che piangere’), Dario Argento (‘La sindrome di Stendhal’). Tanti anche i set internazionali che lo portano a lavorare, fra gli altri, con John Huston (‘La Bibbia’), Terry Gilliam (‘Le avventure del barone di Munchausen’) e Sidney Pollack (‘Sabrina’).

Primo direttore della fotografia non americano a essere ammesso, nel 1966, all’American Society of Cinematographers, Rotunno ottiene una nomination all’Oscar nel 1980 per ‘All that jazz di Bob Fosse’, con cui vince anche il Bafta. “È stato realizzare un sogno, amavo il suo lavoro”, disse del regista. “Era come lavorare con cinque registi insieme senza doverci discutere”. Fra gli altri riconoscimenti, sette Nastri d’argento, due David di Donatello più quello speciale del Cinquantenario. Negli ultimi decenni, Rotunno si era dedicato anche all’insegnamento e al restauro di decine di capolavori del cinema.