Speranze deluse a tenere banco soprattutto in questo anno che ci sta lasciando, senza dimenticare l'annus horribilis della corona inglese
I palazzi sventrati dalle bombe e la corsa degli sfollati per accaparrarsi gli aiuti umanitari lanciati col paracadute. Le notti illuminate dal bagliore dei missili, i volti disperati dei bambini di Gaza e le foto degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Le speranze di pace riposte da tanti alla fine del 2023 nel nuovo anno sono state deluse: anche il 2024 è stato segnato dalla violenza e dalla brutalità della guerra.
L'anno bisestile ha portato con sé il timore sempre più concreto di una escalation che, per entità e numero di Paesi coinvolti, potrebbe rappresentare una minaccia - anche per via dello spettro del nucleare - su scala globale. I fronti bellici non sono diminuiti, tutt'altro, e in molti attendono di capire quale piega prenderà lo scenario internazionale una volta che il presidente eletto Donald Trump si insedierà alla Casa Bianca.
L'aggressione all'Ucraina da parte della Russia continua: mentre Volodymyr Zelensky chiede a gran voce l'ingresso nella Nato e la prosecuzione del sostegno militare da parte dell'Occidente, Vladimir Putin ha ottenuto l'appoggio della Corea del Nord che ha inviato al fronte i suoi soldati.
Il Medio Oriente resta in fiamme: la guerra tra Israele e Hamas prosegue nonostante la diplomazia internazionale, e si allarga coinvolgendo gli altri storici nemici dello Stato Ebraico, il Libano, con le milizie di Hezbollah, e l'Iran. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu va avanti nella convinzione del ‘diritto di Israele a difendersi’. Dopo la morte di Hasan Nasrallah, capo di Hezbollah, colpito il 28 settembre a Beirut, a ottobre Israele annuncia l'uccisione di Yahya Sinwar, il leader di Hamas. Intanto il numero di morti nei mesi è cresciuto in modo esponenziale, in una scia infinita di raid e ritorsioni.
A dicembre anche il fronte siriano si riaccende: l'avanzata dei ribelli jihadisti in tutte le città principali della Siria mette in ginocchio i soldati di Bashar al Assad. Con la conquista di Damasco il regime cade e il rais trova rifugio con la famiglia a Mosca: il leader degli insorti Abu Mohammed al-Jolani sceglie il fedelissimo Mohammed Bashir alla guida del ‘governo della salvezza’.
Ma il 2024 è stato anche un anno di importanti elezioni. A marzo la Russia va al voto: scontata la conferma di Putin, rieletto presidente per la quinta volta con un plebiscito. L'opposizione però torna a farsi sentire, soprattutto dopo la morte il 16 febbraio di Alexei Navalny in un carcere russo: emblema della lotta diventa la vedova del dissidente, Yulia Navalnaya, che sfida Putin annunciando di volersi candidare alle presidenziali una volta finita l'era dello zar.
A giugno anche i cittadini europei sono chiamati a esprimersi. Le urne di fatto lasciano inalterati gli equilibri nel Parlamento di Strasburgo: con non pochi sforzi Ursula von der Leyen vara la sua seconda Commissione, nonostante la crescita della destra radicale.
Oltreoceano è stato invece il duello testa a testa tra Joe Biden e Donald Trump a tenere banco. Il 13 luglio la notizia dell'attentato a Trump durante un comizio a Butler, Pennsylvania, sconvolge l'America e non solo. Il tycoon, ferito a un orecchio, ancora insanguinato urla con rabbia: ‘Combattere!’. Una scena che ha galvanizzato i suoi sostenitori e verosimilmente anche gran parte degli indecisi. Poi, meno di 10 giorni dopo, il 21 luglio, Biden si ritira dalla corsa per la Casa Bianca e lancia la sua vice, Kamala Harris. Da quel momento, le elezioni sembrano di colpo più vicine: Harris non convince fino in fondo, Trump diventa il presidente numero 47 degli Stati Uniti dopo essere stato anche il 45esimo.
In molti hanno definito il 2024 ‘annus horribilis’ per i reali britannici: a gennaio il ricovero di re Carlo per un tumore; poi la rivelazione di Kate Middleton, in un video dalla eco planetaria, di aver avuto un cancro e di doversi sottoporre a chemioterapia.