Secondo uno studio, il motore di ricerca monetizzerebbe 154 milioni di franchi grazie ai contenuti giornalistici prodotti nella Confederazione
Uno studio ha calcolato che Google e altri motori di ricerca guadagnano 154 milioni di franchi grazie a contenuti giornalistici dei media svizzeri, senza pagare un centesimo agli editori e ai professionisti dei media.
Lo studio, commissionato dall’associazione degli editori svizzerotedeschi Schweizer Medien, è stato realizzato sulla base di un sondaggio su un campione di quasi 1’600 intervistati nella Svizzera tedesca e in quella romanda.
Risultato: i contenuti giornalistici sono un fattore importante per il successo dei motori di ricerca. Google è ad esempio considerato più affidabile e viene utilizzato molto più spesso e intensamente quando sono presenti contenuti giornalistici. Le aziende e i professionisti dei media non vengono però pagati dai motori di ricerca per questi contenuti.
Sulla base di dati empirici, lo studio ha inoltre calcolato il contributo di valore dei media svizzeri all’ecosistema Google. Sulla base di un volume di mercato per la pubblicità sui motori di ricerca di 1,1 miliardi di franchi, è stata estrapolata una ‘quota equa’ (‘Fair Share’) di almeno 154 milioni di franchi svizzeri. Il calcolo è rilevante anche per altre piattaforme, affermano gli autori.
L’associazione degli editori chiede perciò che come nell’Unione europea e in molti altri Paesi del mondo, anche in Svizzera i diritti sui contenuti giornalistici vengano tutelati.
A livello federale, una simile ‘Google tax’ è attualmente in fase di elaborazione. Il Consiglio federale intende lanciare a breve una procedura di consultazione, ricordano gli editori.
Il cosiddetto ‘diritto di protezione affine per i media giornalistici’ è però in parte combattuto dal campo borghese. Il think tank liberale Avenir Suisse ha ad esempio definito l’idea come "sovvenzioni ai media dalla porta di servizio".
Per gli oppositori, i media svizzeri già traggono vantaggio dai motori di ricerca, perché in questo modo i loro contributi ricevono maggiore attenzione. Se un utente segue il relativo link, gli editori hanno diverse possibilità di monetizzare il contenuto, ad esempio attraverso la pubblicità o un paywall.