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Il triste primato del cancro alla prostata in Ticino

Fra gli uomini è il tumore con più diagnosi, in aumento nelle fasce di età più giovani. Uno studio (anche ticinese) prospetta una migliore sopravvivenza

Speranze dalla ricerca
(Ti-Press)
19 ottobre 2024
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In Ticino il cancro alla prostata è il tumore che fa registrare il maggior numero di nuovi casi ogni anno fra gli uomini: secondo i dati del Registro cantonale dei tumori, nel periodo 2016-2019 le nuove diagnosi di forme maligne sono state 1’162 con una media annuale di 291 nuovi casi. Dal punto di vista della mortalità, si colloca con l’11,8% al secondo posto fra le cause di morti per tumore fra gli uomini nel nostro cantone, con una media annuale di 59 decessi, dietro il tumore a polmoni, bronchi e trachea. Anche a livello svizzero il tumore alla prostata è in cima alla classifica delle diagnosi con 36’803 casi nel periodo 2016-2020 per una media annuale di 7’361. Stesso discorso per la mortalità: i 6’778 decessi nel periodo 2016-2020, con una media di 1’335 all’anno fanno di questa neoplasia la seconda più letale in Svizzera per gli uomini, anche in questo caso dietro il cancro al polmone, bronchi o trachea.

E se in precedenza a essere maggiormente colpite erano le persone oltre i 70 anni, in tempi recenti si osserva un aumento di casi anche in uomini più giovani: in Ticino nella fascia di età dai 50 ai 69 anni, infatti, si è passati dai 117 casi annuali del periodo 1996-2000 ai 262,6 del periodo 2016-2019. Più in dettaglio, in quest’ultimo periodo rispetto al 2011-2015 fra gli uomini sotto i 70 anni si registrano un aumento dei casi da 560,7 a 732, e da 50,5 a 75,4 sotto i 50 anni, un incremento in quest’ultimo caso del 50%.


Registro Tumori Canton Ticino
Cifre a cui prestare attenzione

Migliorano, tuttavia, i dati relativi alle probabilità di sopravvivere nei cinque anni successivi alla diagnosi: se nel periodo 1996-2000 la sopravvivenza relativa standardizzata (ovvero il rapporto tra il tasso di sopravvivenza osservato nei pazienti e il tasso di sopravvivenza atteso nella popolazione generale per fascia di età e genere) era del 79,3%, tale dato sale all’86,9% nel periodo 2011-2015.

E proprio al miglioramento della sopravvivenza e della qualità di vita nei pazienti più gravi, ovvero quelli con cancro alla prostata metastatizzato, è rivolto lo studio condotto dall’Organizzazione europea per la ricerca e la cura del cancro (Eortc) e presentato al congresso annuale della Società europea dei medici oncologi (Esmo). Una ricerca che ha visto anche un contributo dal Ticino: a presentarla è stata infatti la professoressa Silke Gillessen, primario di Oncologia Medica e direttore medico e scientifico dell’Istituto oncologico della Svizzera italiana (Iosi), nonché esperta di livello mondiale nel campo del cancro alla prostata.

Professoressa, quali sono i risultati più importanti dello studio?

Nei pazienti con cancro prostatico metastatizzato, la cui malattia va in progressione in corso di terapia di deprivazione androgenica, in genere si aggiunge una terapia ormonale di nuova generazione in forma di pastiglie. Nella nostra ricerca, invece, abbiamo combinato una terapia ormonale di nuova generazione (enzalutamide) insieme a una forma di “radioterapia sistemica”, detta anche terapia radiorecettoriale con Radium-223: i risultati mostrano che con la combinazione delle due terapie (enzalutamide + radium-223) si può prolungare il tempo libero da progressione dalla malattia ma anche la sopravvivenza globale dei pazienti. Inoltre, se la terapia ormonale agisce su tutte le cellule tumorali, questa “radioterapia sistemica” con radium-223, in particolare, agisce specificamente a livello delle metastasi ossee, molto frequenti nel cancro alla prostata. Infine, dal momento che la terapia ormonale può causare osteoporosi, e quindi aumenta il rischio di poter sviluppare fratture e dolori alle ossa che a volte comportano anche interventi chirurgici o altri trattamenti aggiuntivi, è molto importante somministrare anche una sostanza che ha lo scopo di proteggere le ossa, nello specifico il Denosumab o lo zolendronato. In questo modo in definitiva miglioriamo non solo la sopravvivenza dei pazienti, ma anche la qualità della vita.

Le cifre sul cancro alla prostata in Ticino e in Svizzera sono significative. Quanto c’è ancora da fare?

Prima di tutto, bisogna sfatare il mito che sia un tumore che colpisce soprattutto gli uomini molto anziani: negli Stati Uniti, dove i dati sono ben aggiornati, circa il 40% degli uomini con una nuova diagnosi ha meno di 65 anni. È dunque importante per gli uomini discutere di uno screening a partire dai 50 anni con il proprio medico curante o l’urologo: lo screening è raccomandato fortemente soprattutto se si ha un parente di primo grado che ha avuto anch’esso un cancro alla prostata, dato che in questo caso il rischio di poter sviluppare la patologia è raddoppiato. In generale si parla poco di cancro alla prostata, soprattutto rispetto, per esempio, al cancro al seno per le donne: e questo nonostante i dati a livello svizzero siano molti vicini (7’361 casi di cancro alla prostata contro 8’299 di cancro alla mammella in media ogni anno ndr), e nonostante sia, fra i tumori, quello che ha l’incidenza maggiore fra gli uomini così come il cancro al seno per le donne. E sono anche pochi gli uomini che fanno “outing” rispetto alle donne. È dunque importante parlarne, ma ancora di più fare prevenzione.

La prevenzione per il cancro alla prostata è spesso associata a un esame piuttosto invasivo. Ci sono altri metodi?

Oggi lo screening tramite prelievo del sangue con il marcatore Psa rappresenta lo standard mentre l’esplorazione digitale probabilmente non aggiunge molto nello screening. È sempre fondamentale, ma soprattutto se si ha un cancro già metastatico, consultare uno specialista: sono stati fatti tantissimi progressi nella gestione terapeutica di questo tumore negli ultimi anni, e oggi possiamo realmente non solo prolungare la sopravvivenza di anni, ma anche migliorare la qualità della vita. Non è più necessario recarsi fuori dal Ticino per il trattamento di questa patologia: all’Eoc abbiamo un team medico e infermieristico multidisciplinare nell’ambito del Centro Prostata della Svizzera Italiana (Cpsi) di grande esperienza e competenza nella gestione dei pazienti con cancro prostatico. In particolare abbiamo urologi molto preparati, ad esempio, nella prostatectomia robotica, un’equipe di radioterapisti di alto livello con un primario esperto di cancro alla prostata, il mio team di oncologia medica presente in tutte le sedi dello Iosi e tanti altri specialisti (per esempio in patologia, medicina nucleare, radiologia diagnostica e cure palliative) con un focus sul tumore prostatico, infermieri specializzati, insomma un gruppo di lavoro su questa patologia che è difficile trovare altrove in Svizzera e nel mondo. Presso l’Eoc tutti i nuovi casi di cancro alla prostata vengono discussi da questo team multidisciplinare. In tal modo ogni caso viene valutato dal punto di vista di tutti gli specialisti al fine di individuare la migliore strategia terapeutica per ogni singolo paziente. In un ambito in continua e rapida progressione come quello del cancro alla prostata avere la possibilità, in un’unica riunione multidisciplinare, di avere il punto di vista di tutti gli attori coinvolti nella diagnosi e nel trattamento di questo tumore rappresenta indubbiamente un enorme valore aggiunto che possiamo offrire ai pazienti ticinesi.

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