Scienze

Intimità di coppia e sesso giovano al cervello

Per lo studio è stata analizzata l'attività cerebrale di 200 arvicole durante il corteggiamento, l'accoppiamento e la formazione dei legami

Se lo dice l’arvicola...
(Keystone)
3 marzo 2024
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L'intimità di coppia e il sesso rimodellano il cervello rafforzando il legame tra i partner. Sono decine le regioni cerebrali in cui si scatena una vera e propria tempesta elettrica, come dimostra la mappatura realizzata nelle arvicole della prateria, piccoli roditori monogami molto utilizzati come modello per studiare la biologia dell'accoppiamento.

I risultati sono pubblicati sulla rivista eLife dall'Università del Texas ad Austin in collaborazione con il Cold Spring Harbor Laboratory.

I ricercatori coordinati da Steven Phelps hanno preso in esame più di 200 arvicole della prateria per studiarne l'attività cerebrale durante il corteggiamento, l'accoppiamento e la formazione del legame di coppia, tre fasi che si susseguono con ritmi serratissimi nel giro di appena un giorno.

La prima mappatura completa e ad alta risoluzione del loro cervello ha evidenziato l'attivazione di ben 68 regioni distinte, organizzate in sette circuiti neuronali. Molte di queste aree non erano mai state associate all'accoppiamento, dunque potrebbero aprire la strada a nuove ricerche anche nel cervello umano.

Ciò che ha sorpreso maggiormente i ricercatori è che l'attività cerebrale delle arvicole in amore non presenta differenze tra maschi e femmine, sebbene sia noto come gli ormoni sessuali (testosterone, estrogeni e progesterone) giochino un ruolo cruciale nel comportamento sessuale e parentale.

L'attivazione delle 68 regioni cerebrali è strettamente legata all'eiaculazione maschile, un'esperienza che crea un subbuglio emotivo nei maschi interessati ma non solo: anche nelle femmine determina una maggiore attività cerebrale che contribuisce a rinsaldare il legame di coppia.

"I dati sul cervello e sul comportamento suggeriscono che entrambi i sessi potrebbero avere risposte simili all'orgasmo, e questi ‘orgasmi’ coordinano la formazione di un legame", afferma Phelps. "Se ciò fosse vero, implicherebbe che gli orgasmi possono servire come mezzo per promuovere la connessione, come è stato a lungo suggerito negli esseri umani".