‘Occhio agli abbinamenti sbagliati’. I consigli dell'immunologo per evitare i rischi microbiologici durante cenoni pranzi luculliani
"I pranzi e le cene" delle feste di Natale sono "uno strumento di condivisione e di aggregazione, ma possono anche trasformarsi in momenti generatori di rischi alimentari. Non solo quelli legati a schemi dietetici caratterizzati da un eccesso di grassi saturi e di zuccheri, ma anche quelli derivanti da una non adeguata conservazione degli avanzi, che facilita la proliferazione di microrganismi patogeni". Insidie che "si possono ridurre con piccole attenzioni". Le insegna Mauro Minelli, immunologo e docente di Dietetica e nutrizione umana all'Università Lum di Bari.
"Il primo passo nell'organizzazione della spesa è badare alla quantità di cibo che si acquista, soprattutto di quello fresco e deperibile, come latte e latticini, carne, pesce, uova, salse e creme a base di uova crude. Questi hanno una vita commerciale di breve durata e per le loro peculiarità sono un substrato favorevole alla crescita dei microrganismi patogeni. Se prepariamo in anticipo dei piatti, dopo la cottura, evitiamo di lasciarli per lunghi periodi a temperatura ambiente, ma preoccupiamoci di raffreddarli adeguatamente per poi riporli in frigorifero, che è opportuno non riempire mai troppo. Infatti, se gli scomparti sono troppo pieni - precisa l'esperto - viene ostacolato il riciclo dell'aria al suo interno e ciò blocca un buon raffreddamento e quindi una ottimale conservazione dei cibi".
Ma non è finita ovviamente qui. "Per diminuire i danni causati da un'alimentazione scorretta o disordinata, senza essere costretti a rinunciare ai piaceri della tavola, potrebbe essere vantaggioso utilizzare come fonte proteica il pesce, capace di ridurre l'apporto calorico senza rinunciare al gusto. Utile e oltremodo opportuno sarà pure, dopo aver magari consumato alimenti ricchi in proteine, evitare di abbinarne altri carichi dello stesso nutriente. Quindi attenzione al consumo simultaneo ad esempio di carne e formaggi. Decisamente più corretto, invece, è aumentare il consumo di verdure crude che, ricche di vitamine e fibre, aiutano a ridurre il senso di fame, a migliorare la funzionalità intestinale e abbassare l'indice glicemico dovuto all'aumento dell'apporto di zuccheri e di carboidrati". Allo stesso modo, "evitare di abbinare la pasta con altri alimenti ricchi in carboidrati come le patate".
Ancora, prosegue lo specialista, "escludere, dopo un'abbuffata di dolci prelibatezze del pranzo di Natale, pasti a base di sola frutta o a base di succhi, spremute e centrifughe. Scegliamo, semmai, di cenare con piatti composti da alimenti come le cicorie, la scarola, i carciofi o il radicchio che, grazie alle loro proprietà depurative e digestive, agevoleranno la funzionalità del fegato, promuovendo il metabolismo dei grassi e del colesterolo. Ultimo, ma non ultimo consiglio è quello di ricordarsi, tra un pranzo e uno sfizio, dei benefici apportati dalla pratica di attività fisica: privilegiamo, dunque, gli spostamenti a piedi e, dopo un pasto abbondante, anche mezz'ora di camminata al giorno può fare la differenza".