Scienze

Il naso come eredità lasciata dai Neanterthal

La sua fisionomia più alta sarebbe dovuta ai climi più rigidi incontrati dai nostri antenati lasciando l'Africa

Di necessità virtù
(Depositphotos)
13 maggio 2023
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I geni che modellano la forma del naso sono un'altra eredità lasciataci dai Neanderthal: hanno portato a nasi più alti, che si adattano meglio ai climi più freddi incontrati dai nostri antenati quando hanno lasciato l'Africa. Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista Communications Biology e guidato dalla cinese Fudan University, che ha utilizzato i dati di oltre 6'000 volontari provenienti da tutta l'America Latina, con origini miste europee, native americane e africane. Si tratta della seconda scoperta di Dna estraneo a quello di Homo sapiens che influenza tratti del nostro viso: lo stesso gruppo di ricerca, infatti, nel 2021 aveva dato notizia di un gene che modifica la forma delle labbra, ereditato dagli antichi uomini di Denisova.

I ricercatori guidati da Qing Li hanno confrontato le informazioni genetiche dei partecipanti con le fotografie dei loro volti, per cercare di trovare una correlazione tra i diversi tratti del viso e determinate sequenze del Dna. Così facendo, hanno identificato 33 regioni del genoma associate alla forma dei volti: una in particolare, chiamata Atf3, mostra la presenza di materiale genetico ereditato dai Neanderthal, che ha contribuito all'aumento dell'altezza nasale. Questo gene porta anche i segni della selezione naturale, suggerendo che abbia conferito un vantaggio agli individui portatori di questo tratto.

“È stato a lungo ipotizzato che la forma del nostro naso sia determinata dalla selezione naturale”, spiega Li: “Infatti, i nostri nasi possono aiutarci a regolare la temperatura e l'umidità dell'aria che respiriamo, quindi nasi di forma diversa potrebbero essere stati un adattamento ai diversi climi in cui vivevano i nostri antenati – continua il ricercatore –. Il gene che abbiamo ora identificato potrebbe essere stato ereditato dai Neanderthal per aiutare gli esseri umani ad adattarsi ai climi più freddi”.