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I cianobatteri che mangiano l'anidride carbonica

Si tratta di microrganismi fotosintetici che sottraggono CO2 all'ambiente e che potrebbero venire impiegati contro la crisi climatica. Lo dice uno studio

L’isola di Vulcano
(Wikipedia)
21 aprile 2023
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Nelle sorgenti termali vulcaniche sottomarine intorno all'isola italiana di Vulcano sono stati scoperti dei batteri divoratori di CO2, che riescono ad assorbire questo gas a una velocità incredibile, molto maggiore degli altri batteri dotati di questa capacità finora conosciuti.

La scoperta, riportata dal giornale britannico ‘The Guardian’ e fatta da un gruppo di ricercatori del progetto internazionale Two Frontiers apre le porte a nuove applicazioni per la rimozione dell'anidride carbonica dall'atmosfera, un passaggio ritenuto da molti esperti necessario per affrontare la crisi climatica: questi batteri, ad esempio, potrebbero essere utilizzati in stagni realizzati appositamente per catturare gas serra come il CO2 e immagazzinarli al loro interno.

Il nuovo microrganismo fa parte dei cosiddetti cianobatteri, a volte chiamati impropriamente anche alghe azzurre o alghe verdi-azzurre: si tratta di organismi fotosintetici, che sono quindi in grado di effettuare la fotosintesi, sottraendo anidride carbonica all'ambiente.

Un fagocitatore vorace

Ma ciò che rende speciale il nuovo arrivato è la velocità con cui compie questa attività, decisamente superiore rispetto a quella di tutti gli altri parenti noti. Inoltre, il nuovo batterio ha anche un'altra proprietà insolita: affonda nell'acqua, fattore che potrebbe aiutare a raccogliere il CO2 che assorbe.

I ricercatori guidati da Braden Tierney, delle università americane Cornell e Harvard Medical School, hanno compiuto una spedizione all'isola di Vulcano a settembre 2022: il team di sommozzatori ha raccolto campioni nella baia di Levante, le cui acque sono caratterizzate da un'elevata quantità di anidride carbonica disciolta e da un pH molto basso, a causa delle infiltrazioni di origine vulcanica.

I risultati di questa spedizione e di un'altra avvenuta a febbraio di quest'anno alle sorgenti termali presenti nelle Montagne Rocciose del Colorado saranno poi messi a disposizione dell'intera comunità scientifica grazie a un database.