A dieci anni dalla scoperta del bosone di Higgs il Large Hadron Collider (Lhc) pronto ad andare ancor più lontano nell’infinitamente piccolo
Dieci anni dopo l’annuncio della scoperta del bosone di Higgs (era il 4 luglio 2012), il Cern di Ginevra è sul punto di andare ancor più lontano nell’infinitamente piccolo. Martedì viene riacceso il Large Hadron Collider (Lhc, ‘grande collisore di adroni’), il più grande acceleratore di particelle al mondo.
Dopo oltre tre anni di lavori di manutenzione e migliorie, l’Lhc entrerà domani alle 16 (diretta sui profili social del Cern) in una nuova fase, chiamata Run 3, con collisioni a un’energia mai registrata pari a 13,6 trilioni di elettronvolt (TeV), ha annunciato il Cern. "Avremo una capacità di esplorare l’incognito molto più elevata" ha affermato la direttrice Fabiola Gianotti.
Grazie all’accresciuta energia di collisione e ai numerosi interventi operati, con l’integrazione di nuovi sistemi per i rivelatori e una nuova infrastruttura informatica, gli esperimenti di Lhc potranno garantire una precisione senza precedenti e un "incomparabile potenziale di scoperte".
Da domani, Lhc funzionerà ininterrottamente per quasi quattro anni e i fisici delle particelle prevedono di raccogliere una quantità di dati doppia rispetto a quella ottenuta finora. Per il Cern si apre una nuova "stagione" della fisica, con un programma scientifico vasto e promettente.