Non c’è solo la siccità tra le conseguenze del riscaldamento climatico. Annualmente si perdono in media 1’500 chilometri cubi di acqua
Non solo siccità: sta infatti accelerando pure l’evaporazione di quasi un milione e mezzo di laghi, naturali e artificiali, sparsi in tutto il mondo. I dati dei satelliti, raccolti dal 1985 al 2018, indicano che è circa il 15% più alta di quanto ritenuto finora. Lo rivela uno studio guidato dall’Università statunitense del Texas A&M e pubblicato sulla rivista Nature Communications, che indica come la perdita di acqua dovuta all’evaporazione può superare quella data dall’uso domestico e industriale messi insieme.
Secondo gli autori dello studio, i risultati ottenuti possono aiutare a migliorare i processi decisionali che riguardano la gestione dei bacini idrici, specialmente in caso di siccità o crescita della domanda d’acqua a causa dell’aumento della popolazione. I laghi naturali e artificiali coprono circa cinque milioni di chilometri quadrati della superficie terrestre e contengono quasi il 90% dell’acqua superficiale liquida presente sul nostro pianeta.
Le stime precedenti sulla quantità di acqua persa si basavano principalmente sui tassi di evaporazione, ma questi da soli non riescono a tenere conto delle altre dinamiche in gioco: l’aumento delle temperature, la radiazione solare più intensa causata dai cambiamenti nella copertura delle nuvole, la diminuzione delle parti coperte dai ghiacci e via dicendo.
A causa dell’importanza di tutti questi fattori ambientali, che possono variare notevolmente per ogni lago, i ricercatori guidati da Gang Zhao hanno calcolato, indipendentemente per ciascuno degli 1,42 milioni di bacini presi in considerazione, una misura più affidabile dell’evaporazione, utilizzando i dati raccolti dai satelliti dal 1985 al 2018.
"Abbiamo scoperto che l’evaporazione a lungo termine dai laghi è in media di 1’500 chilometri cubi all’anno", dice Zhao, "il 15,4% in più rispetto alle stime precedenti". I ricercatori hanno anche scoperto che i serbatoi artificiali danno un contributo proporzionalmente maggiore a questa evaporazione (16%), nonostante la loro inferiore capacità di stoccaggio dell’acqua, che è del 5%.