Scienze

Long Covid: nebbia nel cervello simile all’Alzheimer

Importanti progressi nella ricerca del mistero della persistente condizione che può innescare perdita di memoria, confusione e altri disturbi

Intenso lavoro di laboratorio
(Keystone)
16 giugno 2022
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La condizione detta nebbia nel cervello è emersa come uno dei sintomi più debilitanti del long Covid e colpisce miglia di persone globalmente, con impatto sulla capacità di lavoro e nella vita quotidiana.

Ora un gruppo di scienziati australiani dell’Università La Trobe di Melbourne si avvicina a svelare il mistero della persistente condizione che può fa scattare perdita di memoria, confusione, vertigini e mal di testa, con difficoltà a ricordare parole di uso comune.

I risultati dello studio, appena pubblicati su Nature Communications, suggeriscono che vi possano essere precisi paralleli fra gli effetti del Covid-19 sul cervello e i primi stadi di malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson.

Come parte dello studio, i ricercatori guidati dal professor Nick Reynolds, dell’Istituto di Scienza molecolare dell’università stessa, ha usato algoritmi informatici per identificare minuscoli frammenti di proteine, detti peptidi, nel virus Sars-Cov-2. Hanno poi studiato i peptidi in laboratorio, osservando che avevano formato aggregazioni, rispecchianti le placche amiloidi che si trovano nel cervello nelle prime fasi di malattie neurodegenerative.

"Tali placche amiloidi sono molto tossiche per le cellule cerebrali e noi ipotizziamo che gli aggregati di proteine di Sars-Cov-2 possano far scattare sintomi neurologici nel Covid-19 descritti comunemente come annebbiamento cerebrale", scrive il professor Reynolds. Se questo sarà confermato in studi futuri, lo studioso ritiene che farmaci sviluppati per combattere l’Alzheimer e il Parkinson potrebbero essere adattati per trattare i debilitanti sintomi neurologici del long Covid.

"Se l’annebbiamento cerebrale è causato da queste placche amiloidi, allora possiamo contare su 30 anni di ricerca farmacologica per le malattie neurodegenerative che può ora essere riesaminata nel contesto del Covid-19", aggiunge.