Studi ginevrini e britannici segnalano che obesità, alcol, fumo, esposizione a estrogeni e progesterone spiegano solo una parte dell’aumento della malattia
Due nuovi studi in vitro di ricercatori ginevrini e britannici confermano il potenziale per il cancro al seno dei sali di alluminio, presenti nei deodoranti e in certe creme solari. Dalla fine degli anni ’60 si rileva un aumento significativo dell’incidenza del cancro al seno nelle società industrializzate. Le analisi epidemiologiche mostrano che i fattori di rischio identificati finora – obesità, alcol, fumo, esposizione agli ormoni estrogeni e progesterone – spiegano solo una piccola parte di questo aumento.
Il cancro alla ghiandola mammaria umana si sviluppa preferibilmente nelle parti esterne, vicino all’ascella, dove la pelle è molto sottile e permeabile. Da anni ricercatori lavorano sull’ipotesi che i sali di alluminio, presenti in alte concentrazioni in deodoranti e certe creme solari, possano essere tra le cause che provocano l’insorgere della malattia. Un équipe del centro di onco-ematologia dell’Hirslanden Clinique des Grangettes, a Ginevra, insieme ai colleghi dell’Università di Oxford (Regno Unito), che ha condotto un primo studio sull’argomento nel 2016, ha ora analizzato in vitro diversi aspetti del meccanismo d’azione dell’alluminio nella trasformazione cellulare. Ciò ha permesso di confermare che i sali di alluminio sono incorporati molto rapidamente dalle cellule, e nelle 24 ore seguenti causano alterazioni significative nella struttura fisica e nel numero dei cromosomi, riferisce la clinica di Ginevra in un comunicato odierno.
Secondo gli autori, che sottolineano le somiglianze con l’amianto e il tabacco, questi risultati indicano che l’alluminio dirige le cellule mammarie sulla via della trasformazione maligna attraverso un rapido effetto destabilizzante sul genoma.