Il Paese è stato il primo a dare luce verde a questa terapia. Dimostrata l'efficacia nei casi a rischio
Roche ha ottenuto in Giappone il primo via libera al cocktail di anticorpi contro il coronavirus. La combinazione di anticorpi monoclonali è sviluppata dalla società statunitense Regeneron Pharmaceuticals, in partenariato con il colosso farmaceutico basilese. La decisione di omologazione del Ronapreve - casirivimab e imdevimab - da parte delle autorità di Tokyo si basa su uno studio di fase III che ha dimostrato una riduzione del 70% delle probabilità di ospedalizzazione o decesso di pazienti a rischio, indica Roche in una nota odierna. Il Giappone è il primo Paese ad aver dato il via libera, mentre altri - fra i quali la Confederazione - permettono il suo utilizzo a titolo eccezionale.
Dopo essersi imposto nel campo dei test anti-Covid-19 di ogni tipo, Roche - attraverso la sua controllata statunitense Genentech - dallo scorso agosto ha avviato una collaborazione con Regeneron per la produzione di medicamenti contro il coronavirus. Secondo gli accordi, Regeneron si occuperà della distribuzione negli Stati Uniti, mentre Roche è responsabile nel resto del mondo. Il colosso renano è inoltre incaricato di ottenere l'omologazione da parte delle autorità di regolamentazione al di fuori degli Usa. Secondo quanto comunicato in primavera da Roche e Regeneron, la combinazione di casirivimab e imdevimab riduce la durata dei sintomi e il periodo di remissione dalla malattia.
"Ronapreve ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza di pazienti Covid-19 ad alto rischio, non ospedalizzati, riducendo il rischio di ospedalizzazione e di morte. Inoltre, la sua capacità di mantenere l'attività contro le varianti emergenti, compresa la variante Delta, è stata dimostrata negli studi preclinici", sostiene Levi Garraway, responsabile dello sviluppo presso il gruppo farmaceutico basilese, citato nel comunicato.
Il Consiglio federale, in aprile, aveva reso noto di voler fare in modo che le terapie combinate con anticorpi monoclonali - per proteggere anche le persone che non possono farsi vaccinare - fossero disponibili al più presto in Svizzera. Lo scorso 20 aprile l'Ufficio federale della sanità pubblica aveva così deciso di puntare su medicamenti promettenti contro il coronavirus: la Confederazione aveva concluso un contratto con Roche per l'acquisto di 3'000 dosi, da prescrivere a titolo eccezionale. Berna può infatti far valere una deroga, presente nell'ordinanza 3 Covid-19, in attesa che l'Istituto svizzero per gli agenti terapeutici Swissmedic - l'autorità di omologazione dei medicamenti - approvi ufficialmente i farmaci in questione. Roche ha già inoltrato da mesi la richiesta e può quindi commercializzare il farmaco prima che Swissmedic abbia completato la procedura abituale per verificare qualità, sicurezza ed efficacia.