L'oscuramento avvenuto tra il 2019 e il 2020 è stato causato dall'espulsione di una grande massa di gas che, una volta raffreddata, ha oscurato la vista della stella
Un mistero spaziale in meno: l’improvviso calo di luminosità di Betelgeuse, una delle stelle più brillanti del cielo, avvenuto tra il 2019 e il 2020 ha finalmente una spiegazione. Sull’origine di questo oscuramento sono state avanzate diverse ipotesi e non solo da astronomi: trattandosi di una delle stelle meglio riconoscibili – si trova nella costellazione di Orione, come “spalla destra” del gigante cacciatore – il calo della luminosità è stato notato da molti. Questa supergigante rossa ha delle variazioni abbastanza regolari della luminosità, ma questo oscuramento è stata eccezionale e, soprattutto sui social media, si è puntato sull’esplosione in supernova della stessa. Non sono mancate le ipotesi più fantasiose, inclusa la costruzione da parte di una civiltà aliena molto avanza di una “Sfera di Dyson”, una gigantesca struttura che circonderebbe completamente una stella per catturarne l’energia.
Niente supernova e, ovviamente, niente Sfera di Dyson: la causa di quell'improvviso pallore era stata l’espulsione di una grande massa di gas che, una volta raffreddata, ha oscurato la vista della stella. È quanto confermano i dati pubblicati sulla rivista ‘Nature’ dal gruppo di Miguel Montargès dell’Osservatorio di Parigi, basandosi sui rilevamenti ottenuti grazie al Very Large Telescope (Vlt) dell’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso).
Betelgeuse è, come accennato, una supergigante rossa: rispetto al nostro Sole, si parla di venti volte la massa, mille il diametro – si trovasse nel nostro sistema solare, arriverebbe oltre l’orbita di Giove – ed è oltre centomila volte più luminosa. Ed è anche relativamente lontana: circa 600 anni luce. Abbastanza perché l’esplosione in supernova non rappresenti un pericolo per la Terra: una fortuna, dal momento che effettivamente il ciclo vitale di Betelgeuse è verso la fine e “prossimamente” diventerà davvero una supernova, con un’esplosione incredibilmente potente e, se avvenisse a pochi anni luce dalla Terra, catastrofica.
Il “prossimamente” qui sopra si riferisce ai tempi astronomici: con otto milioni di anni alle spalle, Betelgeuse esploderà entro qualche migliaio di anni. E sarà, da qui, uno spettacolo notevole, visibile anche di giorno grazie alla sua intensa luminosità. Nel frattempo, abbiamo queste bolle di gas che, una volta raffreddate, possono dare luogo a oscuramenti.