Scienze

Il futuro fantascientifico di Sophia

Per il Forum innovazione Svizzera italiana, la Supsi ha ospitato il robot umanoide creato dall’azienda di Hong Kong Hanson Robotics

14 ottobre 2019
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È la fantascienza che si fa realtà, o almeno così è stata presentata ai giornalisti Sophia, il robot umanoide realizzato dalla Hanson Robotics di Hong Kong e ospite d'onore del Forum innovazione Svizzera italiana organizzato dalla Supsi. Così, mentre il direttore della Supsi Franco Gervasoni e il responsabile per la ricerca e innovazione Giambattista Ravano spiegavano il senso dell'iniziativa, l'importanza di riflettere sull'innovazione, la digitalizzazione, la sostenibilità – gli occhi dei presenti erano tutti per quella strana creatura che muoveva la testa e abbozzava un poco convincente sorriso.

Perché l'idea, è stato spiegato, è avere un robot con cui interagire in maniera naturale, come se si avesse a che fare con un'altra persona, un'interazione fatta non solo di parole ma anche di sguardi, espressioni, gesti della mano. Solo che nonostante si sia di fronte a "uno tra i robot umanoidi più intelligenti al mondo", i movimenti sono tutt'altro che naturali, più vicini – per restare ai riferimenti cinematografici – agli zombie della Notte dei morti viventi che agli androidi di Blade Runner o di Io, robot. Il fatto è che se vuoi ottenere l'empatia con un volto e un corpo identici a quelli umani, devi imitarli molto bene, e la tecnica al momento non sembra ancora pronta.
Al confronto, è molto più affabile non solo il meno umanoide iCub dell'Istituto italiano di tecnologia di Genova, ma anche uno smartphone con le sue emoji.

Poi c'è la parola: per i giornalista è stata organizzata una sorta di intervista. Ed è stato interessante porre domande a Sophia e sentire le risposte, quasi sempre pertinenti per quanto generiche. Insomma, una conversazione quasi piacevole, ma le domande erano state sottoposte per l'approvazione con settimane di anticipo: per carità, capita anche con qualche politico alle prime armi, di dover comunicare prima le domande, ma sarebbe stato interessante vedere Sophia interagire in un contesto meno sorvegliato e più simile a quello che dovrebbe essere il suo reale utilizzo. Ovvero – è una delle domande che le abbiamo posto – «prendersi cura dei malati e degli anziani, tenere lezioni personalizzate per gli studenti, e visto che non esauriamo mai la pazienza siamo perfetti per l'assistenza clienti».