La prestigiosa rivista scientifica Cell ha pubblicato oggi uno studio frutto della collaborazione tra l’Istituto di ricerca in biomedicina (IRB), affiliato all’Università della Svizzera italiana, Humabs Biomed SA e la Duke National University di Singapore. I ricercatori hanno sviluppato un innovativo “doppio” anticorpo in grado di proteggere dall’infezione del virus Zika.
Zika, presente in 84 nazioni tropicali e non, può facilmente cambiare la propria struttura (mutare) per sfuggire alla risposta del sistema immunitario. Il problema è stato affrontato e risolto unendo, in una singola molecola, due anticorpi che bloccano contemporaneamente parti diverse del virus. Test pre-clinici hanno mostrato che il “doppio” anticorpo, in gergo definito “bispecifico”, protegge efficacemente contro Zika e previene la mutazione del virus. L’anticorpo ha caratteristiche che lo rendono un ottimo candidato terapeutico.
Luca Varani, direttore di laboratorio dell’Istituto di ricerca inbiomedicina e co-autore del lavoro, ha commentato: “Il nostro ‘doppio anticorpo’ impedisce al virus Zika di eludere il sistema immunitario, un problema che difficilmente può essere risolto da un singolo anticorpo. Abbiamo caratterizzato l’interazione tra virus e anticorpo su piani diversi, dal livello atomico fino ai dettagli molecolari e cellulari. Una combinazione di simulazioni al computer ed esperimenti di risonanza magnetica (NMR) è stata fondamentale per studiare l’interazione atomica tra virus e anticorpo. L’IRB è uno dei pochi laboratori al mondo che sa utilizzare l’NMR ad alta risoluzione per lo studio di anticorpi”.
Secondo Davide Corti, co-autore del lavoro e Chief Scientific Officer di Humabs Biomed SA, sussidiaria di Vir Biotechnology Inc., “Zika è diventato una minaccia per la salute pubblica, specialmente perché causa malformazioni fetali. Lo sviluppo di un vaccino potrebbe incontrare alcune difficoltà ed è importante sviluppare approcci terapeutici alternativi.
I dati pre-clinici che abbiamo pubblicato dimostrano una buona efficacia; intendiamo esplorare nuove formulazioni per abbassare i costi così che il nostro anticorpo possa essere accessibile anche nei paesi più poveri”.
“Siamo molto orgogliosi di questo risultato scientifico che si è potuto ottenere anche grazie a un importante sussidio dell’Ufficio per lo sviluppo economico cantonale, garantito nel quadro del sostegno all’innovazione”, afferma Filippo Riva, Direttore Generale di Humabs BioMed SA.
Il virus Zika appartiene alla stessa classe di Dengue e West Nile, è trasmesso dalle zanzare e ampiamente diffuso nelle regioni tropicali e subtropicali, nonché in parte degli USA. L’Organizzazione mondiale della sanità nel 2016 ha dichiarato uno stato di emergenza di sanità pubblica, stimando che 3-4 milioni di persone sarebbero state infettate annualmente, di cui 1.5 milioni in Brasile. Sebbene i sintomi di Zika siano lievi o addirittura assenti, il virus può invadere il sistema nervoso del feto, causando microencefalia e altri difetti nel 13% dei casi. Il virus può anche essere trasmesso sessualmente. Al momento non ci sono cure o vaccini contro Zika. L’Organizzazione mondiale della sanità ha espresso la necessità di ottenere un trattamento a lungo termine per combattere l’infezione. C’è quindi urgente bisogno di sviluppare nuove terapie per il trattamento di questa malattia in rapida espansione.