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Sanremo: ‘Siete venuti per l’uomo che canta’ (Alleluia!)

Il predicatore di via Matteotti, le case d'artista, il TotoSanremo, Sangiovanni e i Santi Francesi: Sanremo sta per iniziare, andiamo in pace

TotoSanremo (1)
(laRegione)

“Quando si conosce la verità non c’è più bugia! Alleluia! Abbiamo vissuto una vita sbagliata nel passato, ma ora possiamo vivere una vita santa! Alleluia! L’uomo vuole vivere nel dispiacere, siete venuti a vedere l’uomo che canta, e l’uomo che canta non ti dona niente!”. E ancora: “Amate questa nazione, amate l’Europa! Alleluia!”. Il predicatore sanremese (ed europeista) con accento sudamericano percorre via Matteotti a piedi; per portare la parola del Signore cita De André (“È tutto nella buona novella! Alleluia!”) e sventola in faccia ai passanti quelle che vorrebbero essere delle sacre scritture, ma stanno dentro un porta-agende grigio e potrebbero essere qualsiasi cosa. Il predicatore sanremese è accompagnato da un discepolo con la faccia da socio in affari, ma la definizione più corretta sarebbe forse ‘scagnozzo’; il destino vuole che la parola del Signore gridata a voce altissima si fermi a un certo punto all’incrocio con via Escoffier, giusto davanti alla statua di Mike Bongiorno per fondersi con le note jazz di un fisarmonicista dell’Est che suona ‘Volare’ davanti a un negozio di intimo. Il cortocircuito derivante è una di quelle cose che solo a Sanremo, luogo di spettacolo aggiunto e di artisti di strada che nelle valigie aperte ai loro piedi una volta avevano i cd e ora che tutta la musica è volata in cielo non hanno più niente da vendere. E come lo ascolti oggi l’uomo che canta? Come la ascolti la buona novella? Dice bene il predicatore europeista: l’uomo vuole vivere nel dispiacere, e ben gli sta (“Alleluia!”).

Vengo alla tua casa

In Italia è già primavera, direbbe Eugenio Finardi, e quest’aria mite che soffia dal mare porta il verbo di trenta ulteriori predicatori la cui parola giungerà a partire da questa sera, in forma cantata, in tutte le nostre case. I rispettivi discepoli si riuniscono nel frattempo in altre case, spuntate come funghi dopo che lo scorso anno il futuro vincitore di Festival volle tutti al Lido Mengoni, una porzione di spiaggia nella quale vivere insieme l’esperienza. Ed ecco che quest’anno, per ascoltare la parola di Ghali si va tutti a ‘Casa Ghali’, un negozio allestito a un tiro di schioppo dall’Ariston nel quale il rapper sponsorizzato dall’Ikea “celebra la casa come luogo in cui ognuno di noi può esprimere liberamente la propria identità”. Altri discepoli frequentano l’Edicola Dargen di Piazza Muccioli, dove Dargen D’Amico, che ha la canzone più utile del Festival, parla dell’uomo moderno. Più verso il mare c’è pure un luogo di comunione chiamato ‘Breakfast Time’ nel quale Renga e Nek ti fanno il caffè di persona, riassumendoti il proprio percorso di vita. Poco distante, una pizzeria ha cambiato il proprio marchio in ‘Pizza Geolier’, dal nome del rapper napoletano in gara. Diciamocelo: fa piacere quando t’intestano qualcosa da vivo (“Alleluia!”).

‘Buongiorno Italia, buongiorno Maria’

Anche il TotoSanremo di quest’anno ha un che di mistico, non nel senso di pronostici bensì di luminarie dedicate a Toto Cutugno: una piccola via crucis de ‘L’italiano’, comprensiva di “Buongiorno Maria” e “Buongiorno Dio”, parte da Piazza Colombo e ha nell’Ariston la sua stazione di metà percorso. Per una canzone divenuta col tempo preghiera, questo Cammino di Salvatore (inteso sempre come Salvatore Cutugno, cento milioni di dischi venduti) pare un atto dovuto. Altre sacre scritture sono in mostra alla casa del tramezzino, sede dell’esposizione dei dischi autografati di Max, simpatico signore dai capelli blu che tra un mottetto di Emma e uno di Fiorella vergati a mano, espone un più universale ‘Ti amo’ a 45 giri, con firma apposta dal poeta di suo pugno.

Mentre il predicatore sanremese s’allontana, il pensiero va ad altri predicatori venuti in Riviera a portare la parola: tace il Morgan che ci mostra la via tutto l’anno; tace il Meneguzzi difensore della canzone d’autore; tace il J-Ax reo d’aver cantato ‘Disco Paradise’ (che di blasfemo ha ben poco, anzi). Tacciono pure Bugo e Lazza, dopo uno scambio di apprezzamenti reciproci che non hanno turbato la serenità del Festival 2024, che è anche quello di Sangiovanni e dei Santi Francesi: in tutta questa santità, e con quel che accade fuori di qui, è il caso di dire “andiamo in pace” (“Alleluia!”)


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Pizza Geolier


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Casa Ghali (1)


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