Sogno o son Festival

Sanremo, le pagelle: è tutta 'Musica leggerissima’...

...ma la dobbiamo cantare, lo dice Fossati. E pure Colapesce Dimartino. I Måneskin spaccano, ma in testa c'è Annalisa, poi Noemi e Fasma (Fasma chi?)

'Il maestro è andato via, metti un po’ di musica leggera', Colapesce Dimartino (Keystone)
3 marzo 2021
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Premesso che Matilda De Angelis canta molto meglio di alcuni Big e che Loredana Bertè è la sola e unica Madame, dopo le prime quattro ore di spettacolo il 71esimo Festival della Canzone Italiana nella persona della giuria demoscopica ha prodotto la seguente classifica parziale: 1° Annalisa, 2° Noemi, 3° Fasma, 4° Francesca Michielin e Fedez, 5° Francesco Renga, 6° Arisa, 7° Maneskin, 8° Max Gazzè, 9° Colapesce Dimartino, 10° Coma_Cose, 11° Madame, 12° Ghemon, 13° Aiello. Al netto delle infatuazioni personali, partendo da Arisa per finire a Fasma, affetto dal Morbo di Hildebrand (da Andy Hildebrand, inventore dell'Autotune), noi le prime 13 canzoni le abbiamo ascoltate così:

Arisa, ‘Potevi fare di più – L’amore tossico scritto per la Regina dal Re di Napoli Giggino (D’Alessio, non Di Maio) viaggia per concetti basilari come “A che serve truccarmi se nemmeno mi guardi” e “A che serve morire se ogni giorno mi uccidi”. Ma l'allusione melodica alla di lei splendida ‘La notte’ (Sanremo 2012) è almeno eccessiva. Il tubo metallico legacapelli, invece, è trasmissione a sé. Giudizio: come il titolo

Aiello, ‘Ora– Ha la timbrica di Giusy Ferreri e il suo “sesso ibuprofene” è candidato al Premio In Tutti I Luoghi In Tutti I Laghi, il nostro annuale riconoscimento (senza trofeo) ai testi che si distinguono per drammatica originalità (vedi in fondo alla pagina). Importante nel trattamento delle malattie reumatiche, l’ibuprofene è “un principio attivo dotato di proprietà analgesica, antinfiammatoria e antipiretica che rientra nella famiglia dei farmaci antinfiammatori non steroidei” che non era mai stato cantato a Sanremo. Giudizio: da assumersi con moderazione, ma anche no

Colapesce Dimartino, ‘Musica leggerissima – “Il maestro è andato via, metti un po’ di musica leggera”. La musica leggera e taumaturgica, quella che “rimane in sottofondo dentro ai supermercati”, quella delle “parole senza mistero, allegre ma non troppo”, che unite agli anni Ottanta che danzano su decadenti pattini a rotelle, ci salverà. Forse. Giudizio: meravigliosi come i meravigliosi anni Ottanta

Coma_Cose, ‘Fiamme negli occhi – L’amore al tempo di Fausto e Francesca. “Ondeggio come fa una foglia, anzi come la California” è riuscito paragone che sta tra l’autobiografico (California è il nome d’arte di Francesca) e la faglia di Sant’Andrea. “Galleggio in una vasca piena di risentimento”, invece, ha un retrogusto di Elio e le Storie Tese (“Seduto nella vasca emetto certe bolle che, salendo a galla, corron sulla schiena fandomi felice; giunte in superficie non mi piaccion più”, da ‘Abitudinario’, 1992. E il destino vuole che a dirigere l’orchestra sia Carmelo, alias Vittorio Cosma). Menzione al tostapane che cade dentro la vasca, momento horror di un testo tutt’altro che orribile. Giudizio: Come? Cosa?

Noemi, ‘Glicine – Mengoniana nella ballad, pezzaliana negli accenti (“Ricordo ancora quella sera guardavamo lé / le code delle navi dalla spiaggia spariré“), parafrasando la Pennelli Cinghiale, per una grande voce ci vuole una grande canzone. E ‘Glicine’ non è la migliore canzone cantata dalla Rossa. Che però è la più brava di tutte, e male che vada arriva terza. Giudizio: a prescindere

Annalisa, ‘Dieci – Annalisa Scarrone è laureata in Fisica con una tesi sulla pompa di calore geotermica, è cresciuta a Joni Mitchell, Depeche Mode e Mina, cita Heisenberg e Gödel, e canta tanto bene. E ‘Dieci’ non le fa onore. Giudizio: ‘Sei’

Max Gazzè e la Trifluoroperazina Monstery Band, ‘Il farmacista – Introdotto dal “Si-può-fare” del Frankenstein Junior, tra Leonardo da Vinci, Nostradamus e il dottor Betto Covidelli, sublime interpretazione farmacologica del tempo presente, in contesto ritmico che è marchio di fabbrica, forse anche troppo di fabbrica. Giudizio: divino

Francesca Michielin e Fedez, ‘Chiamami per nome – Un nastro di raso srotolato tra microfoni che sotto i riflettori richiama altro tipo di rotolo, per una canzone firmata (anche) A. Mahmoud. “Prima prosciughiamo il mare, poi versiamo lacrime per poterlo ricolmare” è una delle attitudini di chi ama. Nel trionfo di baby, baby Michielin ci mette la grazia e il Ferragnez l’autotune. Giudizio: chiamami ancora noia

Francesco Renga, ‘Quando trovo te – È una canzone con la sciatica, quella sensazione che forse è meglio alzarsi, ma fa male uguale e allora è meglio seduti; ma anche da seduti non è che sia meglio; e allora ci si alza di nuovo; ma forse era meglio prima. Senza capire bene da dove arrivi il dolore. Giudizio: alla carriera

Ghemon, ‘Momento perfetto – La mission: dimenticare la tutina premaman con cui Giovanni Luca Picariello da Avellino si presentò nel 2019 per celare i chili di troppo. Quest'anno, con look da Vitas Gerulaitis agli U.S. Open del ’79, il brano è ancora meglio di ‘Rose viola’ e sfrutta assai l'orchestra, ma ancor si fa fatica a mettere d’accordo faccia e stile. Giudizio: momento imperfetto, forse già passato prossimo

Madame, ‘Voce – “C’è un distacco fenomenale tra me e tutte quelle puttane. Non la do per dare, pensano sia mutante. Quanta strada devi fare per vedermi in mutande” (da ‘17’); “La vita mi fa ‘click’ sul clito', eh. Sa che godo quando preme il dito, eh” (da ‘Clito’); “Basta così, mi sono un pochino scartavetrata il culo” (da ‘La promessa dell’anno’). E poi, la 19enne trapper che per nome ha una canzone del fu trasgressivo Renato Zero, va a Sanremo e – nelle mani di Caterina Caselli – la trasgressione diventa: “Dove sei finita amore, come non ci sei più. E ti dico che mi manchi”. Giudizio: aridatece Johnny Rotten

Måneskin, ‘Zitti e buoni – Da maledire per la å danese difficile da digitare e per il “giallo di siga” che fa veramente truzzo. Da benedire per tutto il resto, che è il meglio di quanto ascoltato da Aiello fino a Fasma. Giudizio: buoni (e a proposito di Fasma...)

Fasma, ‘Parlami – Forse è l’Anticristo. Giudizio: taci

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La frase della serata: «Buonasera pubblico di pigiamini a casa» (Matilde De Angelis)

Premio In Tutti I Luoghi In Tutti I Laghi 2021
Per la prima serata: “Sesso ibuprofene” – Aiello, ‘Ora’

L’albo d’oro:
2017 – “E smettila di smettere” – Marco Masini, ‘Che giorno è’
2018 - “Prendimi la mano, scappiamo via lontano. In un mondo senza nebbia, in un mondo senza rabbia” - Giovanni Caccamo, ‘Eterno’
2019 – “Scoprire nuove tenebre tra le tue cosce dietro le orecchie” – Ex-Otago, ‘Solo una canzone’
2020 – ‘Innamorata di un altro cabròn, esta es la historia de un amor’ - Elettra Lamborghini, ‘Musica (e il resto scompare)’