Festival di cultura e musica jazz al via domani, 13 marzo, con il sassofonista statunitense
Solista energico, breckeriano di ascendenza. Davisiano per debutto nei primi anni Ottanta, quando aveva vent’anni e poco più, uomo dalla discografia di tutto rispetto che ha in ‘Living in the Crest of a Wave’ (1984) il suo punto d’inizio e in ‘who I am’ (2024) il suo temporaneo punto d’arrivo. Bill Evans, tra i grandi del sassofono, apre domani il 26esimo Festival di cultura e musica jazz di Chiasso, tre giorni in cui il locale Cinema Teatro spalanca le porte a interpreti prestigiosi del panorama internazionale, a nomi nuovi e orizzonti musicali ancora da esplorare. Evans porta la Vansband Allstars, ovvero Gary Husband (piano e tastiere), Keith Carlock (batteria, percussioni) e Pablo Ignacio Contreras Martinez (basso), formazione/progetto così da lui spiegato: “Nel corso degli anni ci siamo incrociati per numerosi progetti musicali ma non abbiamo mai suonato tutti insieme. Siamo entusiasti ora di condividere finalmente il palco come gruppo e far musica insieme. È qualcosa di cui stiamo parlando da anni e finalmente si sta concretizzando”.
Oltre che pianista e tastierista, Gary Husband è anche un apprezzato batterista. Protagonista in ambiti di jazz e improvvisazione, si è mosso con pari abilità sulle scene pop, rock e funk. Keith Carlock ha messo le sue pelli a disposizione di solisti e gruppi come Sting, James Taylor, Diana Ross, Mike Stern, i Blues Brothers, gli Steely Dan. Pablo Ignacio Contreras Martinez sostituisce Felix Pastorius, figlio d’arte, bloccato da un infortunio a una mano.
Herbie Hancock, Mick Jagger, John McLaughlin, Willie Nelson, la Allman Brothers Band, il trio Medeski Martin & Wood sono alcune delle collaborazioni di Evans, nomi che qualcosa dicono dell’originalità dell’artista nominato numerose volte ai Grammy Awards, in particolare per l’album ‘Soulgrass’ del 2005, splendida combinazione di bluegrass e jazz fusion nella quale ha voluto includere Béla Fleck, Sam Bush, Bruce Hornsby e Vinnie Colaiuta. Stessa sorte (una nomination) era toccata a ‘Soul Insider’ (2000).
Le serate di venerdì e sabato, sempre alle 20.30, si apriranno con Oskar Boldre & Vocalia (Boldre alla voce, al canto difonico e alla direzione, con le voci di Clara Tadini, Costanza Sansoni, Flavia Chiacchella, Davide Bianchi), quintetto che propone composizioni originali accanto a riletture di brani rock, world music, avant-garde ed escursioni nel mondo jazz con improvvisazioni annesse. Venerdì alle 21.30 tocca all’Andy Sheppard Trio, con il grande sassofonista insieme a Rita Marcotulli (pianoforte) e Michel Benita (contrabbasso). Portabandiera del jazz britannico, Sheppard ha raggiunto popolarità ancora maggiore come solista della big band e del trio di Carla Bley. Marcotulli è tra le donne più in vista del jazz europeo e la sua prima collaborazione con Sheppard risale al 2007 per l’album in duo ‘On the Edge of a Perfect Moment’. Benita ha fatto parte del primo quartetto della pianista italiana e forma le fondamenta delle recenti formazioni di Sheppard.
Alle 23 il palco sarà degli Eyot, quartetto che si riunisce nel 2008 a Niš, in Serbia, attorno alla figura del pianista Dejan Ilijic e si completa oggi con Marko Stojiljkovic (basso), Sladjan Milenovic (chitarra) e Milos Vojvodic (batteria), per una fusione tra acustico ed elettrico, tra jazz e prog e ritmi complessi ereditati dalle musiche tradizionali balcaniche.
Sabato alle 21.30, il Cinema Teatro vedrà all’opera Jim Black & The Schrimps, ovvero il batterista e bandleader statunitense Jim Black, da tempo residente in Svizzera, con Asger Nissen al sax contralto, Julius Gawlik al sax tenore e Felix Henkelhausen al contrabbasso. Il progetto cela rimandi a Coltrane e Coleman, e fonde i ritmi hard-rock con quelli della musica africana. ‘Ain’t no Saint’ è il primo album del gruppo di Black, pubblicato dalla zurighese Intakt nel febbraio del 2023.
Per il gran finale, il Festival ha voluto Andreas Schaerer & A Novel of Anomaly. Schaerer, vocalist svizzero, è tra i migliori talenti rossocrociati. Con lui suonano Luciano Biondini, tra i virtuosi europei della fisarmonica, il chitarrista finlandese Kalle Kalima, che ha sposato più mondi musicali, e Lucas Niggli, tra i batteristi e percussionisti di primo piano della nuova scuola elvetica (www.centroculturalechiasso.ch).