I guanti spaiati di Jimmy Fallon, i biscottini al polonio di Elio e un fiume di ristampe country e jazz per chi a Natale regalava dischi, o ancora lo fa
Siete stanchi di castagne che arrostiscono sul fuoco, di invocazioni perché nevichi, di bimbi nella mangiatoia, astri del ciel e pargol divin? Siete stati lasciati lo scorso Natale e tutto quello che volete per Natale è un bel disco di Natale? Bene, dall’anno prossimo i dischi di Natale potrebbero arrivare ad Halloween, che l’industria discografica statunitense vede come terreno da conquistare. È un passo in avanti verso il Natale tutto l’anno che è già del calcio (a qualcuno frega qualcosa del Mondiale per club?), ma soprattutto di Hallmark, fabbrica di film di Natale tutto l’anno che vanno a popolare i canali di Natale tutto l’anno, per un cortocircuito stagionale ma anche cerebrale (e ce ne fosse mai uno che finisce male…).
In questo 2024, ‘Holiday Seasoning’ è il Natale di Jimmy Fallon, quello del Tonight Show della NBC, un mattatore multitasking abituato a duettare con le star della musica, o a imitarle particolarmente bene. Il disco, senza mezza carola e nemmeno un evergreen, inizia spensierato con la gioiosa ‘Holiday’, cantata insieme ai Jonas Brothers, e con ‘Rudy’ feat. The Roots, che rappano natalizi su Rudolph, la renna di Babbo Natale. In ‘Wrap Me Up’ (Impacchettami), il duetto è con Megan Trainor in un pezzo alla Megan Trainor in cui lei, impacchettata, dice di essere l’alternativa alle cravatte, ai maglioni, ai pigiami di coppia e al rasoio elettrico (lei ha “the whole damn package”, il pacchetto intero, dove “package” può intendersi come dotazione estetica di base).
Col procedere delle tracce, lo spensierato diventa demenziale con il Natale a Portorico di ‘Coquito’, con l’epopea di Hallmark in ‘Hallmark Movie’, con Cara Delevingne, e la polka dell’ultimo dell’anno (‘New Year’s Polka’) cantata insieme a Weird Al Jankovic, quello di ‘Eat it’ (‘Beat It’) e ‘Fat’ (‘Bad’), antiche parodie di Michael Jackson. Tra una ‘commovente’ storia di guanti spaiati in cui duetta con Will Ferrer (‘Elf – Un elfo di nome Buddy’) e la storia di un cugino strambo (‘Weird Cousin’) che tanto ricorda lo zio psicopatico degli Who (l’‘Uncle Ernie’ di ‘Tommy’), Fallon chiude al fianco della regina del country Dolly Parton che in ‘Almost Too Early For Christmas’ si presta alla dissacrazione del Natale e i suoi “orrendi maglioni”. Natale che (si parlava di Halloween) arriva ogni anno sempre prima del dovuto, quando “ci sono ancora le decorazioni di Halloween” e “gli hater ci diranno che è sbagliato”. E invece “accendiamo le luci per Mariah (Carey, quella di ‘All I Want for Christmas Is You’, ndr) e diciamo a Rudolph di lucidarsi il naso”.
“An MCA Nashville release” è dicitura che sotttende il miglior country, e il miglior country risponde al nome di Vince Gill, cantante, chitarrista, cantautore da 22 Grammy nella categoria specifica (nessun uomo come lui) e 18 CMA Awards, gli Oscar della Country Music Association. ‘When I Think of Christmas’ è album condiviso con la cantautrice Amy Grant, regina della musica cristiana contemporanea, dunque avvezza al canto natalizio. I due cantano ognun per sé i classici di sempre (Grant canta anche i propri, come ‘Tennessee Christmas’ del 1983) per ritrovarsi insieme in coda al disco per ‘Til the Season Comes Round Again’ di Kenny Rogers, un altro re del Country.
I pluripremiati Little Big Town da Homewood, Alabama, pubblicano ‘The Christmas Record’, il loro primo Chistmas album, recuperando anch’essi il ‘Tennessee Christmas’ di cui sopra, ma anche la riuscitissima ‘Santa Claus Is Back in Town’ dall’‘Elvis’ Christmas Album’ del 1957.
Il country ricorda Toby Keith, morto in febbraio, con una riedizione di ‘Christmas to Christmas’, uscito trent’anni fa. Il Motown sound torna a battere in ‘Give Love at Christmas’, album dei Temptations che arriva dal 1980. ‘Ella & Louis Wish You a Swinging Holiday’ è il cofanetto che contiene, di Ella Fitzgerald, ‘Ella Wishes You a Swinging Christmas’ (1960) e di Louis Armstrong ‘Louis Wishes You a Cool Yule’, compilation del 2022. ‘Christmas Once More’ è la raccolta natalizia di Karen e Richard Carpenter, ovvero The Carpenters, coppia di fratelli dall’immenso talento e una triste storia. ‘A Christopher Cross Christmas’ è disco del 2007 dell’autore di ‘Sailing’ e altri capolavori del pop, pubblicato per la prima volta in vinile in occasione del Black Friday.
Il passato torna anche con l’edizione del 30ennale della famigerata e già citata ‘All I Want For Christmas Is You’ di Mariah Carey e del 40ennale di ‘Last Christmas’ degli Wham!, entrambe addobbate con inediti live, ricchissimi booklet e altre leccornie per collezionisti. Quanto alla prima, la nuova edizione digitale deluxe dell’album ‘Merry Christmas’ torna in versione vinile zoetrope (dispositivo ottico per visualizzare immagini e disegni in movimento, invenzione del 1834) con tanto di booklet fotografico di 24 pagine “che racconta il viaggio natalizio di Mariah”, che sta celebrando la ricorrenza con un tour sold out negli Stati Uniti, “la più grande produzione natalizia di Mariah fino a oggi, con classici senza tempo e successi amati dai fan per un’indimenticabile festa” (dalle note di presentazione).
Per il 40ennale di ‘Do They Know It’s Christmas?’ dei Band Aid, il guru della produzione Trevor Horn (l’occhialuto di ‘Video Killed The Radio Star’) ha fuso nel ‘2024 Ultimate Mix’ tre generazioni di session, quelle del 1984, del 2004 e quelle di quest’anno. E dunque, su inedito arrangiamento aperto dalla voce di David Bowie, lo Sting del 1984 canta con l’Ed Sheeran del 2024, il contemporaneo Chris Martin canta con la fu Sinead O’Connor, ma soprattutto Bono canta con sé stesso quarant’anni dopo.
Torna, dal 2003, ‘The Jethro Tull Christmas Album - Fresh Snow At Christmas’, per i fan del prolifico Ian Anderson. ‘Angels In The Snow’ di Olivia Newton John è la versione “reimagined” (risuonata, con altri arrangiamenti) dell’album del 2007 ‘Christmas Wish’, così la ballad piano voce e violini ‘All Through the Night’ con Michael McDonald ora tira al folk e il duetto del 2016 con John Travolta in ‘White Christmas’ diventa, con inedito ukulele, Natale alle Hawaii. Per i nostalgici del jazz, torna, rimasterizzato e in vinile, ‘Baker’s Holiday’, il Chet Baker natalizio del 1965.
Partito con l’idea di cantare i classici, il pianoman indie Ben Folds pubblica ‘Sleigher’ (Slitta), con dentro due terzi di inediti tra cui ‘We Could Have This’, in duetto con l’attrice Lindsey Kraft. E fra i tre classici scelti, ‘You Don’t Have to Be a Santa Clause’ di Sager Ellis, che a Natale scrisse per Bing Crosby, è scelta originale. L’attore, ma pure pianista e cantante jazz Jeff Goldblum (‘La mosca’, ‘Jurassic Park’) pubblica il classico ‘Blue Christmas’ con la cantante jazz Veronica Swift, frutto di una residenza con la Mildred Snitzer Orchestra. L’ascoltatore potrebbe cogliere l’occasione per recuperare ‘The Capitol Studios Sessions’ del 2018, bel disco di Goldblum dal vivo con la suddetta Orchestra.
I Tower of Power, storica sezione fiati, pubblicano alla loro maniera (soffiando nei fiati) ‘It’s Christmas’. Vent’anni dopo ‘American Idol’, Jennifer Hudson pubblica ‘The Gift of Love’, con dentro l’‘Hallelujah’ di Cohen, ormai a rischio usura, e il tradizionale ‘Auld Lang Syne’ o ‘Valzer delle candele’, quello che chiude l’ultimo dell’anno del rag. Fantozzi, entrambi prodotti da Greg Philliganes (le tastiere di ‘Thriller’). David Foster produce invece ‘Winter Wonderland’. Il tutto, sotto la direzione esecutiva del 92enne Clive Davis, uno che ha messo sotto contratto mezza storia del rock. Non è esattamente un disco, ma su Netflix, per chi ne sopporta il vibrato caprino, c’è Sabrina Carpenter (che non è parente dei Carpenters) nell’helzapopping natalizio ‘A Nonsense Christmas’, un piccolo trionfo di filler e vocalizzi.
Guardando a Sud. Sono tutti classici quelli di ‘Christmas Time’ di Antonio Faraò, pianista jazz romano che torna alle origini di un sempreverde riproponendolo per quello che era, il canto natalizio napoletano ‘Quanno nascette ninno’, dal quale è arrivata ‘Tu scendi dalle stelle’. Per il suo Christmas album, suonato con Federico Malaman (basso) e Max Furian (batteria), ha affidato la voce a Mario Rosini, anch’egli pianista, e il mood è assicurato. Con Rosini, Faraò ha composto la title-track, il momento gospel del disco. ‘Winter Wonderland’, in coda a tutto, è invece il momento Evans (Bill).
Pubblicato nel lontano 2008, torna ‘Canzoni per Natale’, l’album natalizio di Irene Grandi, con una inedita e puntuale versione acustica di ‘Last Christmas’. L’inquietante ‘Gerry Christmas’, il disco di Natale cantato dall’Intelligenza artificiale applicata a Gerry Scotti, torna con l’inedito ‘Santa Tell Me’. Più rassicurante è quell’elegantone di Matteo Brancaleoni che pubblica il singolo ‘Christmas In Love’, cantato da vero crooner italiano, re dei crooner-ascolti su Spotify. E poi prendi i Ricchi e Poveri, mettili sopra un giro di Do o di qualsiasi accordo si tratti, scuoti i campanellini ed ecco ‘Il Natale degli Angeli’, dove gli Angeli sono Brambati e Sotgiu, immersi nella melodia purissima (anche troppo).
Storpiatura della Schützenfest, ‘Sciusten feste n.1965’ è la festa per Vinicio Capossela. “Il titolo lo ha scritto anni fa a penna Vito, mio padre, su un foglio di carta arancione ed è un ricordo della festa con luna park più smisurata vista nella sua gioventù ad Hannover” (dall’album). Non manca ‘Bianco Natale’ ma nemmeno ‘Jingle Bells’, ribattezzata ‘Campanelle’.
Chiudiamo con gli Elio e le Storie Tese, che tra una réclame e l’altra (il Signore vegli comunque su di loro) producono un singolo non fisico intitolato ‘Natale in trincea’ che, con svolazzi alla ‘Arrivedorci’, unisce emergenza climatica, alienazione da tecnologia e guerra. Ma la guerra alla maniera del Complessino: “Natale in trincea / per tutti i cittadini dell’Unione Europea / Nel bunker di Vladivostok / lo Zar sta cucinando i biscottini di polonio / ‘Ueh ciao! Volete un biscottino?’ / ‘No grazie, sono pieno!’”.