Il regista svizzero ha regalato un film d'animazione carico di emozioni e civiltà
In una caldissima serata sull’enorme schermo di Piazza Grande è passato un film, ‘Sauvages’ di Claude Barras, carico di emozioni e civiltà, capace di raccontare a bambini e genitori quanto sia compito di tutti salvare questo nostro pianeta. Girato in stop motion, il film ha il coraggio di non cercare il facile consenso diseducativo disneyano.
Il film ci porta dritti nel problema della deforestazione dell’isola del Borneo nel sud-est asiatico, e mostra senza reticenze la violenza che sta alla base di questo problema e la difficoltà di risolverlo, vista la corruzione di ogni potere sia politico che giudiziario di fronte al dominio economico-finanziario che sta alla base di ogni disastro ecologico.
Un giorno, ai margini dell’immensa foresta tropicale in cui vive, Kéria, 11 anni, scopre un cucciolo di orangotango piangente; la madre è stata uccisa brutalmente dalle guardie dell’impresa disboscatrice. Lei sente subito di amare il piccolo, anche lei ha perso la madre, divorata – le ha spiegato il padre – da un leopardo. Dopo una serie di avvincenti avventure nella foresta e di incontri con il popolo nomade dei Penan, che quella foresta la vivono, Kéria scoprirà che il padre le ha mentito.
Di grande impatto visivo, retto da una buona sceneggiatura, ‘Sauvages’ si offre come interessante riflessione sul mondo di oggi e spinge a ripensare al ruolo che ognuno di noi ha per poter continuare a viverlo. Spiega ancora il regista: «Il film è stato ispirato dalle storie di un mondo senza automobili, dove tutti vivevano in modo autosufficiente, storie che mi raccontavano i miei nonni quando era bambino. Come i Penan, guardavano il cielo e sapevano, da una nuvola, se il tempo sarebbe stato bello domani». Ancora guardare il cielo e non il telefonino per vedere il tempo che fa, un piccolo gesto, e magari oltre alle nuvole scopriamo un mondo che vive sopra di noi.
PS. Il canto alla fine del film è una ninna nanna in lingua Penan e comincia con “Dormi dormi bel bambino…”