Viaggio variegato per i Pardi di Domani 2023, tra narrazione, esperimenti visivi, animazione e prodotti documentaristici.
Come ogni anno, una macrosezione interessante del Locarno Film Festival è Pardi di Domani: 40 cortometraggi, suddivisi in 20 per il Concorso Internazionale e 10 per i Corti d’Autore e il Concorso Nazionale. Una serie di visioni in cui si annidano situazioni e storie interessanti e che voglio dare spazio ai creativi di tutto il mondo, cercando anche tra le giovani promesse del futuro del cinema e il loro punto di vista nella società.
I corti autoriali si distinguono per una maggiore presenza di prodotti da parte di registi già noti e che hanno qualcosa di anticonvenzionale, da un punto di vista strutturale o visivo, come è il caso del canadese ‘I used to live there’; Dan è un fotografo che sta perdendo la vista e che crea un legame passionale con Monika, uscita da poco da una lunga relazione. Con la stessa progressione della sua condizione, anche l’immagine si deteriora. Peculiare visivamente è anche il francese ‘iNTELLIGENCE’, grazie al suo modo di catapultare lo spettatore in un abisso blu onirico, quello della depressione di Pascal Rivière, scrittore per un giornale nella sezione annunci funebri e che, scoprendo il proprio necrologio, intraprende rassegnato un viaggio esistenziale tra passato, rimpianto e solitudine. Completamente un'altra direzione prende ‘The Passing’, monumento alla bontà e documentario carico di emotività, che arriva da un veterinario texano. Un moderno Siddharta, rilassato, sensibile e amorevole, accompagna una donna nell’eutanasia del suo cane, fedele compagno di vita.
Con il doppio dei titoli visibili, il Concorso Internazionale si contraddistingue dal panorama variegato e dal contenuto potente, come lo spiazzante ‘Du bist so wunderbar’, un excursus tragicomico critico a Berlino, che non risparmia nessuna categoria, dal punto di vista di uno sfortunato ragazzo straniero, disposto a tutto per ottenere una camera. Violento, grazie alla voce narrante è invece ‘Z.O.’, dove ‘Bambolina’, ragazzo della cosiddetta Zona Ovest di Salerno, parla, tra partite di calcio alla playstation, storie di mafia e legami tossici. L’amicizia con il figlio del carnefice del proprio padre porta a una tragica resa di conti che demolisce persone ed edifici, come se fossero di cartone. Non manca inoltre l’animazione con ‘De Imperio’, una gigantomachia cosmica spettacolare in bianco su nero, e ‘The Lovers’, uno stop-motion a tinte burtoniane che racconta lo scioglimento progressivo e la morte di un amore concluso. Altri due amanti, quelli di ‘Faire un enfant’, sono invece alle prese con tentativi di concepire un figlio sempre più logoranti, difficoltà che estingue man mano le loro speranze iniziali, in un divertente ribaltamento della legge di Murphy. Dal Brasile e dal regista vincitore del Pardino d’Oro 2021 arriva ‘Pássaro Memória’, la ricerca di un passero da parte di una giovane trans, in un viaggio di ricordi, sogni e musical. Quindi si approda in Costa Rica, con ‘Solo la luna comprenderá’, un’esperienza vicina strutturalmente a ‘Rashomon’, dove la stessa vicenda viene raccontata da diversi punti di vista. Il naufragio di una barca che si arena sulla spiaggia è un trauma che perseguita un uomo che l’ha vissuto e, allo stesso tempo, oggetto di divertimento per i bambini che hanno assistito al naufragio.
L’ultima sezione è un’occasione per osservare il nostro panorama interno e constatare quanto anche da noi non manchino prodotti interessanti, come ‘Last Night’, un film che costringe al dialogo aperto riguardo i confini della libertà sessuale. Due adolescenti finiscono a letto, ma l’ambiguità rispetto ai nuovi standard della coercizione sessuale degenera in un dialogo caotico, che quindi è lo specchio esatto della società attuale. Anche ai nostri confini i prodotti animati si fanno sentire come ‘O krávě’ (riguardo una mucca), una colorata e psichedelica ode alla mucca, e ‘Canard’, stop-motion di plastilina con tinte horror, in cui una coppia di allevatori di anatre vive l’incubo dell’incapacità di avere un figlio. Infine, lo sguardo ticinese arriva anche nel deserto del Sahara con ‘Jaima’, un toccante resoconto della popolazione dei Saharawi, oppressi e in guerra, tra rituali sacri del tè, vite al minimo, ringraziamenti a Dio e dove un uomo è costretto ad abbandonare i suoi cari, per prendere parte a un conflitto lontano e inesauribile.