Mancano gli affondi sulla ‘kultura’ e lo sperpero di soldi pubblici del Festival. Ma restando al cinema, quant’è bello ‘Last Dance’
Abbiamo accennato nel nostro ultimo contributo dell’importanza del pubblico pagante, soprattutto quello della piazza, perché è un chiaro segnale del sostegno e dell’interesse che il festival continua ad avere sul pubblico cosiddetto ‘normale’, su coloro che non seguono il festival per motivi professionali (noi giornalisti, registi e tecnici del cinema) che sono appunto disposti a spendere quasi il doppio di un costo normale di un biglietto in sala. Non dimentichiamo che queste entrate sono fondamentali per il bilancio del festival, che ha oramai si aggira attorno ai 15 milioni di franchi, per un terzo circa coperti da sussidi pubblici, per un altro terzo da sponsor privati, ma il resto da biglietti e abbonamenti!
Rimanendo in ambito politico, ieri sera c’è stato come da tradizione l’aperitivo offerto dal festival ai membri del Gran Consiglio, organo decisionale del nostro governo, coloro che sono chiamati ogni tre anni a dimostrare concretamente il loro sostegno alla manifestazione. E sempre parlando di politica, quasi mi dispiace che il noto settimanale domenicale sia in pausa estiva! A un ‘polemista’ come me mancano gli articoli feroci sulla ‘kultura’, sui radical chic che vengono in piazza solo per farsi vedere, sullo sperpero di soldi pubblici invece di utilizzarli per i noss vecc... Da sottolineare che il suddetto settimanale è organo di un partito di governo, anzi del partito di maggioranza, quel governo che sostiene, appoggia ed elogia l’importanza del Festival a livello cantonale e nazionale. Forse, oltre alla sospensione estiva c’è anche un altro motivo: il fatto che anche la Lega ha avuto una rappresentante nel consiglio direttivo; forse era solo una questione di poltrona…
Locarno in questi giorni gode ottima salute, sia per il festival che per turismo; bar e ristoranti scoppiano di salute, come è ‘normale’ i prezzi lievitano, nei bar incontri sempre qualche vecchio locarnese che brontola per la confusione e per il ‘brutto’ film presentato in piazza. Insomma, ‘Things don’t change’, per parafrasare il famoso film di David Mamet. Rimanendo ai film della Piazza, come dicevo, vero termometro del rapporto con il pubblico, le presenze rimangono costanti e le scelte di Giona Nazzaro sono apprezzate, anche se come è normale ci sono titoli più amati e altri meno. Significativo sarà il premio del pubblico: fino a ora ho personalmente molto apprezzato molto ‘Last Dance’ di Delphine Lehericey per la delicatezza nell’affrontare il tema della vecchiaia e della solitudine, con un grande plauso a tutto il cast.
Ma forse gli ultimi giorni ci riserveranno belle sorprese, spesso i direttori di festival conservano il meglio per la fine, per aumentare la suspense!