All’Istituto Sant’Eugenio domani, dalle 19, si terrà una masterclass dedicata al lavoro del collettivo Total Refusal. A introdurla una conferenza.
L’industria dei videogiochi trascina milioni di giocatori in nuove dimensioni digitali. Ma cosa succede se gli artisti si appropriano di questo prodotto per mettere in discussione le basi su cui si regge e i meccanismi che lo tengono in piedi? Total Refusal è un collettivo aperto che utilizza i videogiochi per criticare la produzione mainstream, nonché le strutture di potere e le ideologie che essa ricrea. Le nuove narrazioni che Total Refusal inserisce in questi giochi sfidano lo status quo e la realtà dei videogiochi, fungendo allo stesso tempo da critica, arte e creazione di nuovi spazi pubblici. Questo è il tema dell’incontro – intitolato ‘Nuove narrazioni digitali’ – organizzato nel contesto del baseCamp PopUp, in calendario martedì 9, all’Istituto Sant’Eugenio di Locarno, a partire dalle 19.
Total Refusal quest’anno presenta il film ‘Hardly Working’ nella sezione del Concorso internazionale Pardi di domani, incentrato sugli NPC ("personaggi non giocabili") e sul loro ruolo nei videogiochi. Il collettivo ne ripercorre la vita quotidiana e il lavoro, trasformando la loro esistenza in una performance senza scopo. Dopodomani ci sarà quindi la possibilità di seguire una masterclass: un’occasione per scoprire come un collettivo contemporaneo lavora e si approccia alla creazione, all’intervento e alla decostruzione in ambito digitale.
La masterclass sarà preceduta da una conversazione tra Kevin B. Lee (professore associato della Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’Università della Svizzera italiana) e il regista François Vautier, di cui è possibile vedere tre opere di realtà virtuale multisensoriali e immersive nell’ex cabina di proiezione (ubicata in Largo Zorzi). Queste opere portano lo spettatore a esplorare futuri possibili e realtà digitali immersive, ma sollevano anche domande sulle relazioni umane con i media, lo spazio e il digitale.