“Hai ragione Mariano, ma non è facile…” ha ammesso il presidente dopo il contributo di due giorni fa sulla necessità di iniziare a pensare a un successore
Torno a parlare del futuro del Locarno film festival e della ricerca del successore del presidente Marco Solari perché ritengo che sia il problema più urgente e che non possa più essere procrastinato.
Ho una sorta di tacito appuntamento con Solari, ogni mattina alle 7.30 al bar Verbano sotto la Sopracenerina, storicamente centro nevralgico del festival. Siamo tutti e due mattutini, io faccio una personale rassegna stampa bevendo il caffè e lui si incontra con i suoi collaboratori per discutere degli appuntamenti della giornata. Dopo aver letto il mio contributo di due giorni fa, il suo commento è stato “Hai ragione Mariano, ma non è facile…” . Ho cercato di approfondire il tema incontrando altri membri del Consiglio direttivo, ma purtroppo mi sono scontrato con un comprensibile riserbo. Tutti hanno confermato di essere coscienti dell’importanza del tema che è stato più volte affrontato ma mai risolto. Ho provato a chiedere conferma di alcuni dei nomi che circolano tra gli addetti ai lavori, ma anche qui silenzio… Vediamo allora quali sono questi nomi, chiarendo che non c’è nessuna conferma e che potrebbero essere solo ‘vox populi’.
Tra i papabili c’è sicuramente Carla Speziali, già sindaca della città, membro del consiglio direttivo e presidente del Palacinema, progetto nato sotto il sindacato di suo padre e finalmente concretizzato pochi anni fa. Un altro nome che ricorre spesso è quello di Patrizia Pesenti, già consigliera di Stato e attualmente attiva nel mondo dell’economia quale membro del consiglio di amministrazione di uno dei più potenti istituti bancari della piazza, il Credit Suisse. Oltre alle due candidate donne si fa il nome di Filippo Lombardi che però ha appena ricominciato una carriera politica a livello comunale nel Municipio di Lugano, e infine qualcuno ha fatto anche il nome di Maurizio Canetta, fresco pensionato direttore della Rsi.
Nessun nome non ticinese, a riprova che difficilmente il mondo politico accetterebbe un non ticinese. I nomi che si fanno, a parte Canetta, provengono tutti dal mondo politico, eppure se pensiamo alla storia degli ultimi anni del Festival abbiamo avuto solo un presidente proveniente dalla politica e per brevissimo tempo – meno di un anno –, Giuseppe Buffi, mentre lo storico “presidentissimo” era un manager prestato dall’economia privata. Solari poteva vantare esperienze sia nel settore pubblico (dapprima l’Ente ticinese per il turismo, poi i festeggiamenti del Settecentesimo) che nel settore privato.
Certo due manager con profonda conoscenza del mondo politico ed economico della Svizzera, ma stiamo parlando di una organizzazione che deve gestire un bilancio di 15 milioni di franchi (non 13 come avevo erroneamente scritto) e quindi ci vuole un direttore artistico che conosca perfettamente il mondo del cinema a livello mondiale, o almeno abbia i contatti per essere informato, e un manager che gestisca la macchina festival per permettere al direttore di rendere concrete le sue proposte. Un festival ha senso se può avere il rapporto diretto con il pubblico, in particolare Locarno, un festival online diventa una delle tante piattaforme come Netfix ma perde la sua natura, il suo spirito, la sua storia.
L’anno prossimo sarà l’edizione numero 75, gli anniversari hanno un significato relativo ma sono importanti quando sottolineano la continuità. Lunga vita al Festival di Locarno.