Sottoscritta dopo l'incontro tra la Ssr e i rappresentanti di 10 organizzazioni dell'industria musicale elvetica. Al centro, la maggiore visibilità
La Ssr e i rappresentanti di dieci organizzazioni dell'industria musicale elvetica hanno sottoscritto la nuova Carta della musica svizzera, accordo volto a regolamentare la collaborazione con l'intento di “promuovere la musica elvetica nonché i talenti del panorama musicale svizzero, in modo da conferire loro una maggiore visibilità”, recita il documento ufficiale scaturito dall'incontro. La Ssr fa notare come dall'inizio di questa cooperazione ormai ventennale, “lo spazio riservato alla musica svizzera durante le trasmissioni di tutte le emittenti radiofoniche della Ssr è aumentato, in particolare alcune stazioni dedicano più del 50% del tempo di trasmissione a loro disposizione alle produzioni elvetiche”.
La Carta della musica svizzera è un accordo volto a regolamentare la collaborazione tra la Ssr e l'industria musicale elvetica. In conformità con questo documento, la Ssr s'impegna a promuovere la musica svizzera nonché le artiste e gli artisti elvetici, in particolare i nuovi talenti, con la sua intera gamma di programmi, a diffondere contributi redazionali e trasmissioni speciali sulla musica svizzera e a incentivare attivamente l'industria musicale elvetica tramite svariate partnership. Il nuovo accordo persegue gli stessi obiettivi principali della precedente versione e, di conseguenza, vuole intensificare lo scambio d'informazioni sull'offerta di programmi della Ssr dedicati alla musica elvetica tra le e i diversi partner coinvolti. “Da ora in poi – si legge ancora nella comunicazione – viene sancita la presenza di musica elvetica nei programmi della Ssr indipendentemente dal tipo di diffusione, ossia lineare (radio e Tv) oppure digitale”. La Carta della musica svizzera mette in luce “l'impegno profuso dalla Ssr con l'intento di promuovere la diversità, la varietà e le novità nell'ambito dell'intera scena musicale elvetica, superando i confini regionali e le barriere linguistiche”.