L’associazione si mobilita: ‘Per lui e per i suoi colleghi. La libertà di opinione, e con essa quella di espressione, è un diritto fondamentale’
L’associazione 100autori si mobilita per la liberazione di Jafar Panahi, il regista e oppositore iraniano condannato a sei anni di reclusione dopo l’arresto dell’11 luglio scorso, chiedendo al governo d’impegnarsi per la scarcerazione e ai colleghi di tenere alta l’attenzione sul caso. "Era il 24 dicembre del 2010 quando noi registi e sceneggiatori di 100autori – si legge in una nota – esprimevamo il nostro profondo sconcerto e dolore per ciò che stava accadendo al cineasta iraniano Jafar Panahi, condannato a sei anni di carcere e a vent’anni d’interdizione dal cinema nel suo Paese per reati di opinione".
Alla luce degli ultimi sviluppi, l’associazione "non può che rimobilitarsi per lui e per i suoi colleghi. La libertà di opinione, e con essa quella di espressione, è un diritto fondamentale per qualsiasi uomo. Ci rivolgiamo al governo del nostro Paese affinché chieda alle autorità politico-istituzionali iraniane di liberarli. Sarà nostro impegno tenere alta l’attenzione sul caso Panahi, che ci lascia increduli e ci obbliga a restare vigili. Non permetteremo che questa palese ingiustizia ai danni di un nostro collega finisca sotto silenzio, tanto più nella consapevolezza che altri cineasti, anche meno noti, da tempo subiscono, in Iran come in altri Paesi, altrettanta violenza. Invitiamo, dunque, tutti, professionisti del cinema, semplici cittadini, a tenere acceso il faro su questa vicenda, a chiedere la liberazione di Jafar Panahi e dei suoi colleghi – conclude l’appello dei 100autori –, sicuri che in tanti riusciremo a ottenere che siano nuovamente cittadini liberi, come uomini e come cineasti".