Originariamente utilizzata per rendere la scrittura chiara e leggibile, si è gradualmente trasformata in una vera e propria arte
La calligrafia araba, l’arte di scrivere in maniera esteticamente ricercata usando l’alfabeto arabo, è da oggi Patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco. Il riconoscimento è arrivato dal Comitato dell’Organizzazione mondiale per l’educazione, la scienza e la cultura, riunito a Parigi. Questa pratica artistica, diffusa in Arabia Saudita, Algeria, Bahrain, Egitto, Giordania, Iraq, Kuwait, Libia, Mauritania, Marocco, Oman, Palestina, Sudan, Tunisia, Emirati Arabi e Yemen, utilizza le ventotto lettere dell’alfabeto arabo, scritte in corsivo da destra a sinistra per esprimere armonia, grazia e bellezza.
Originariamente utilizzata per rendere la scrittura chiara e leggibile, si è gradualmente trasformata in una vera e propria arte che impreziosisce sia opere tradizionali che moderne. Le tecniche tradizionali utilizzano materiali naturali, come steli di canna e bambù. L’inchiostro è composto da ingredienti naturali come miele, fuliggine e zafferano. La carta è fatta a mano. La calligrafia moderna utilizza, invece, spesso vernici sintetiche e per calligraffiti dipinti su pareti, pannelli ed edifici gli artisti preferiscono la vernice spray. Artigiani e designer usano anche la calligrafia araba per realizzare ornamenti artistici, ad esempio su marmo, sculture in legno, ricami e incisioni su metallo. Praticata da uomini e donne di tutte le età questa arte viene trasmessa in modo informale o insegnata nelle scuole.
Durante tutta la storia dell’Islam, il lavoro dei calligrafi venne ricercato e apprezzato. Data la convinzione che l’arte figurativa fosse una forma d’idolatria, la calligrafia e le rappresentazioni astratte divennero i principali mezzi di espressione artistica nelle culture islamiche. Gli artisti contemporanei del mondo islamico sfruttano tuttora l’eredità dell’arte calligrafica per inserire iscrizioni o figure astratte nelle loro opere.