Cinema

‘Lede dignità’: gli eredi di Aldo Gucci contro ‘House of Gucci’

La produzione ‘non s’è curata d’interpellare gli eredi prima di descriverlo’ e, ‘ancor più censurabile’, ha trasformato Patrizia Reggiani in ‘una vittima’

Alla Première dello scorso 18 novembre
(Keystone)
29 novembre 2021
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“I membri della famiglia Gucci si riservano ogni iniziativa a tutela del nome, dell’immagine e della dignità loro e dei loro cari”. Così si chiude una dura lettera firmata dagli eredi di Aldo Gucci contro il film di Ridley Scott ‘House of Gucci’, già uscito nella Svizzera romanda dal 24 novembre, dal 2 dicembre in quella tedesca e dal 16 dicembre in Italia e nelle sale ticinesi.

Nella lettera, i familiari lamentano che la produzione “non si è curata d’interpellare gli eredi prima di descrivere Aldo Gucci”, e giudicano “ancora più censurabile” la ricostruzione “di una donna definitivamente condannata per essere stata la mandante dell’omicidio di Maurizio Gucci” dipinta nel film e nelle “dichiarazioni dei membri del cast come una vittima”.

‘Toni indulgenti’ nei confronti della Reggiani

Nella lettera si accusa di “una narrazione tutt’altro che accurata”; una visione dei “membri della famiglia Gucci come teppisti, ignoranti e insensibili al mondo che li circondava” e soprattutto “i toni indulgenti nei confronti di una donna che, definitivamente condannata per essere stata la mandante dell’omicidio di Maurizio Gucci, viene dipinta non solo nel film, ma anche nelle dichiarazioni dei membri del cast, come una vittima che cercava di sopravvivere in una cultura aziendale maschile e maschilista”.

Una circostanza secondo gli eredi lontana dalla verità: “Gucci – si legge nella lettera – è stata un’azienda inclusiva. Anzi, proprio negli anni 80, il contesto storico in cui è ambientato il film, “erano diverse le donne che ricoprivano posizioni di vertice: che fossero membri della famiglia o estranee a essa”.