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Rsi, per tweet inopportuni tolto il dossier molestie a Canetta

In attesa dell’arrivo di Mario Timbal, sarà Enrico Carpani a occuparsi delle segnalazioni di molestie sessuali, di mobbing e bossing

Due commenti non consoni al ruolo e all’immagine di direttore (Archivio Ti-Press)
1 febbraio 2021
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Maurizio Canetta lascerà la direzione della Rsi il 31 marzo, quando gli subentrerà Mario Timbal dopo un primo mese a Berna per approfondire i principali dossier con il direttore generale della Ssr. Nel frattempo, uno dei dossier più delicati, quello relativo alle accuse di molestie e mobbing raccolte dal sindacato Ssm, è già passato di mano: a occuparsene non sarà più il direttore uscente ma il supplente e responsabile del Dipartimento sport Enrico Carpani. Tutti gli altri dossier rimarranno in mano a Canetta fino allo scadere del suo mandato.

La decisione di questo passaggio di consegne è stata presa dal presidente del consiglio di amministrazione della Ssr Jean Michel Cina e dal direttore generale della Ssr Gilles Marchand in seguito a due tweet giudicati inappropriati. Si tratta di risposte a tweet di altri utenti ad argomento sessuale: non vi sono né molestie né commenti sessisti rivolti ad altre persone, ma delle battute sopra le righe, non consone al ruolo e all’immagine del direttore della Rsi come giudicato dai vertici della Ssr e prima ancora come ammesso dal diretto responsabile.

I due tweet risalgono infatti allo scorso aprile ed erano stati prontamente segnalati da alcuni dipendenti all’ufficio del personale della Rsi. La responsabile delle Risorse umane ne ha discusso con il direttore che ha riconosciuto l’errore, ha chiesto scusa e rimosso i due tweet inappropriati. Le collaboratrici e i collaboratori che avevano fatto la segnalazione – di cui Canetta ignora l’identità – sono stati informati. Con queste scuse e con la consapevolezza dell’errore la faccenda sembrava chiusa, «come accade per questo tipo di segnalazioni» ci precisa Canetta da noi raggiunto.

Tuttavia qualcuno ha conservato prove di quelle battute inappropriate e negli scorsi giorni ha deciso di informarne la Ssr. In seguito a questa segnalazione, il direttore generale Gilles Marchand ha richiamato ufficialmente Maurizio Canetta – che si è nuovamente scusato per l’accaduto – decidendo inoltre, come detto, di togliergli la responsabilità del dossier molestie e mobbing. Enrico Carpani, che già si occupava su delega di Canetta dei rapporti con il sindacato, adesso riferirà direttamente a Marchand.

Si tratta di una decisione opportuna? «Sì – ci risponde Canetta –, perché permette di portare avanti in modo sereno la discussione con l’Ssm su un tema particolarmente sensibile come quello delle molestie e del mobbing».

Perché allora non è stato fatto prima questo passo indietro? «Nell’aprile del 2020 il dossier su molestie e mobbing ancora non era stato aperto e quando abbiamo iniziato ad affrontare anche qui il tema è parso che quei tweet potessero rappresentare un pregiudizio negativo. È quindi corretto che, nei mesi di febbraio e marzo, il dossier venga gestito direttamente da Carpani e Marchand».

Il commento

Quel piccolo grande errore

I due tweet inopportuni di Maurizio Canetta sono un piccolo grande errore.

Piccolo perché si tratta di battute incaute, di dubbio gusto e certo non convenienti al direttore della Rsi, ma ben lontane dai commenti sessisti e dalle offese a sfondo sessuale che purtroppo abbondano non solo sui social media. Una violenza verbale, quest’ultima, che non si vuole assolutamente minimizzare, definendo quei tweet di Canetta una stupidaggine che è stato giusto segnalare ma che sarebbe ingiusto accostare a casi ben più gravi.

Quei commenti liberati nello spazio pubblico di Twitter sono tuttavia anche un grande errore. Certamente perché un direttore chiamato, tra le tante cose, a occuparsi di molestie e abusi sul luogo di lavoro deve essere al di sopra di ogni sospetto, dare prova di una sensibilità al tema che mal si concilia con quelle sfortunate battute. Ma questa vicenda è un grande errore soprattutto perché testimonia, all’interno dell’azienda, un clima avvelenato. Forse chi ha conservato per mesi copia di quei tweet, informandone i vertici della Ssr quasi un anno dopo l’accaduto, l’ha fatto per senso di giustizia, perché giudicava inefficace la gestione interna dell’incidente o perché trovava inopportuno che, pur dopo le doverose scuse, Canetta continuasse a occuparsi delle tante, troppe segnalazioni molestie e mobbing raccolte dal sindacato. Ma è difficile non pensare piuttosto a un regolamento di conti. Il che sarebbe ben più grave di un’infelice battuta: più che per Canetta, per le condizioni di lavoro che si sono create all’interno della Rsi.