laR+ Castellinaria

Di biciclette, pace e giovani giurie

Uno sguardo al palmarès e le parole degli organizzatori. Tra schricchiolii di palco e buon cinema, si è chiusa la 37esima edizione di Castellinaria

Evelina Poggi, produttrice del film Castello d’oro
(Castellinaria/M. Pedrazzini)

Tra rinfreschi, luci soffuse fluorescenti e ritmi manouche, nel Mercato Coperto di Giubiasco gremito si è conclusa la 37esima di Castellinaria, Festival del cinema giovane con al comando Flavia Marone e Giancarlo Zappoli, rispettivamente presidente e direttore artistico di un festival che “da ormai tre anni si realizza in questi spazi, apprezzati dal pubblico e da coloro che credono in questa manifestazione”.

A crederci sono stati in primis i 7mila giovani spettatori che hanno frequentato il festival, ufficializzati dal sindaco di Bellinzona Mario Branda sulle pedane del palco che scricchiolano al passaggio degli ospiti, fonti di un ilare rumore metallico, sempre con il farfallino rosso di Zappoli a catturare l’attenzione. Zappoli che prosegue: “Tutti voi siete la dimostrazione che in questo territorio c’è la passione per il cinema”, quindi invita a raggiungerlo il simpatico Neri Marcorè, premiato dal pubblico dei lungometraggi per il suo esordio alla regia, ‘Zamora’. Fingendo di ritirare un premio in denaro conferito ad altri, Marcorè si è detto “davvero felice di questo riconoscimento, perché rispetto alle giurie, il Premio del pubblico deriva dall’onda del piacere e dell’entusiasmo, e siccome noi i film li facciamo per voi, questo premio rappresenta il massimo possibile per me, in questo festival così informale e familiare”.

Titoli e motivazioni

Tempo di film, con annessi estratti dalle motivazioni delle giurie. Tra i corti sono piaciuti ‘Weeds’ di Pola Kazac e particolarmente ‘Favours’ di Agnes Skonare, per “la forza del dubbio e la sua carica adrenalinica”. Tra i lunghi premiati, ‘Winners’ di Soleen Yusef, ‘L’Histoire de Souleymane’ di Boris Lojkine e ‘Levante’ di Lillah Halla. Inoltre, grande responso per il salvataggio del parco giochi in ‘Block 5’ di Klemen Dvornik, grazie al suo “forte impatto emotivo e il suo senso di protezione dei minori e della salvaguardia del nostro pianeta”. Più premi a ‘Lars is lol’ di Erik Sæter Stordhal, con la sindrome di Down sullo sfondo, per aver trasmesso “il coraggio di essere sé stessi”.

Infine, i premi più rilevanti: il Castello d’Oro a ‘La bicicletta di Bartali’ di Enrico Paolantonio (ritirato dalla produttrice, Evelina Poggi), storia di ebrei e arabi e un’impresa sportiva capace di avvicinare, un film che sottolinea “la capacità dello sport di abbattere barriere sociali e consegnare un messaggio alle nuove generazioni, affidandosi a loro con fiducia per trovare nuove coraggiose strategie e soluzioni per riunire nella pace i popoli, nella loro diversità”. E il Premio Tre Castelli ad ‘Amal’ di Jawal Rahlib, storia di un’insegnante musulmana in una scuola di Bruxelles che incoraggia i suoi alunni a coltivare l’amore per la lettura e la libertà di espressione, il racconto di “una realtà ignorata, dove un’insegnante diventa un simbolo di tolleranza”.

L’intervista

Non solo per bambini

Sin dal suo insediamento, era il 2018, la priorità dichiarata di Flavia Marone, presidente di Castellinaria, è sempre stata la ‘buona salute’ della manifestazione e dunque «cifre e budget rispettati, nessun imprevisto e nessun disavanzo» di quest’anno sono fonte di soddisfazione. Anche la casa del cinema, il Mercato Coperto: «Malgrado l’impegno profuso per allestirlo, all’Espocentro il festival non aveva un ambiente ‘suo’. Quest’anno, oltre agli ospiti, anche le giurie hanno potuto mangiare al Mercato Coperto senza doversi spostare, le attività erano tutte qui, cosa che nella sede precedente non succedeva». Stante la «totale autonomia delle scelte della direzione artistica», nei temi trattati dai film proposti Marone vede sempre i punti fermi di Castellinaria: «Rispetto delle diversità, autonomia, ambiente, chi segue il festival da tanti anni potrà constatare la continuità».

Anche l’attenzione delle istituzioni è fonte di soddisfazione. Ancora si potrebbe fare in chiave di sponsor privati: «La risposta non è minore degli enti, ma lavoro perché sia sempre più chiaro che il nostro festival, il cui nome è conosciuto e ci fa molto piacere, non è solo dedicato ai bambini. Facciamo mediazione culturale, accompagniamo i ragazzi verso il cinema, proviamo a suscitare in loro interessi professionali, ma non siamo un festival per l’infanzia». L’auspicio è dunque che «anche l’adulto riesca a vivere Castellinaria come Locarno o qualsiasi altra rassegna cinematografica».

La sfida di Giancarlo Zappoli, programmare un film d’animazione come ‘La bicicletta di Bartali’ di sera, è vinta. «È noto il pregiudizio sull’animazione, considerata da decenni come una cosa solo per bambini. Sono certo che chi ha assistito alla proiezione del film avrà capito, e qualcuno ce lo ha detto, che si può fare animazione assicurandosi diversi livelli di narrazione, con giovani e adulti che escono dalla sala con bagagli di conoscenza diversi». La scelta della giuria giovane, che ha ‘ignorato’ qualche nome popolare, è vincente: «Il Museo del Cinema di Torino ci ha chiesto di accordarci con le distribuzioni dei film vincenti per una programmazione nella loro sede, e il fatto che quei film arrivino con il bollino di una giuria di ragazzi è una specie di garanzia».

Zappoli ha buone parole per tutte le sue ‘creature’ premiate. Insieme al piccolo stupore per il riscontro ottenuto da un film «poetico e non prevedibile» come ‘La storia del Frank e della Nina’, il direttore artistico dice di come la manifestazione possa unire spiriti critici di varie età: «Per quanto nel film non vi siano bambini, ‘Zamora’ di Marcorè porta con sé i temi del coming of age ritardato, il rapporto tra provincia e grande città, l’educazione sentimentale, il capire come rapportarsi con l’altro sesso, il rapporto tra generazioni, il sapere mnemonico del protagonista rapportato alla vita, di fronte alla quale non abbiamo le riposte pronte. Durante il film ho notato l’attenzione assoluta dei ragazzi, il riso quando c’era da ridere. E saranno andati in bagno solo in cinque, un segnale utile a tutti i festival».


Castellinaria/M. Pedrazzini
Marcorè, Premio del pubblico lungometraggi