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L’incubo di non poter decidere

La lotta di Mariana nel viscerale ‘Levante’ di Lillah Halla, tra i titoli più importanti in concorso a Castellinaria

20 novembre 2024
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Non sempre si ha la possibilità di scegliere se tenere il proprio bambino o meno, un’affermazione che fa già paura di per sé: paese che vai e usanza che trovi, a discapito soprattutto delle donne, spogliate del diritto di decidere per il proprio corpo.

‘Levante’, di Lillah Halla, racconta la lotta disperata di una giovane brasiliana che vuole abortire, bersagliata dalla propria comunità, alla ricerca di un luogo in cui la pratica sia legale. Un film potente, che viene dallo stomaco e che nasconde l’urgenza impellente di denunciare un pensiero antiquato e fatale, sicuramente tra i titoli più importanti in concorso a Castellinaria.

Mariana è una diciassettenne energica, ambiziosa e dotata di un talento sportivo nella pallavolo. Osservata da una scout durante una partita, si guadagna la possibilità di una borsa di studio; tuttavia scopre di essere rimasta incinta. La gravidanza indesiderata diventa un ostacolo e mentre da una parte ottiene il sostegno paterno, dall’altra si inimica tutto il vicinato, che la considera un assassina peccatrice. In questa situazione impossibile da gestire, Mariana cerca il sostegno delle proprie compagne di squadra.

Forse non si realizza abbastanza la fortuna di poter vivere in un paese in cui esiste almeno un pensiero ragionevole riguardo l’interrompere una gravidanza, una conquista umana non universale e non del tutto compresa: ‘Levante’ ce lo ricorda con il caso del Brasile, dove l’aborto è reato penale e morale. Un film che riesce ad andare ben oltre l’adolescenziale, viaggiando tra i toni cupi della notte e i bagliori delle luci dei campi da gioco. Mentre nel mondo ateo si dibatte su quando un essere umano è tale, la lotta di Mariana diventa un simbolo per tutte le donne bloccate in quella terribile situazione, un grido di battaglia per farsi coraggio, nonostante il nemico sia ineluttabile.