La 35esima edizione consegnerà il premio ai registi belgi il prossimo 23 novembre, occasione della proiezione di ‘Tori e Lokita’
La 35esima edizione di Castellinaria, Festival del cinema giovane (dal 19 al 26 novembre), consegnerà ai fratelli Dardenne – Jean-Pierre e Luc – il Castello d’onore. Da ‘Le fils’ nel 2002 a ‘Le jeune Ahmed’ nel 2019 i loro film sono diventati negli ultimi due decenni una presenza costante a Castellinaria, come costante è, nel loro cinema, l’adesione al reale per raccontare ciò che a loro sta più a cuore: le vicende e le vicissitudini degli esseri umani.
Due volte Palma d’oro a Cannes, con ‘Rosetta’ nel 1999 e con ‘L’Enfant – Una storia d’amore’ nel 2005, i registi belgi riceveranno il premio e incontreranno il pubblico di Castellinaria mercoledì 23 novembre al Mercato Coperto di Giubiasco – da quest’anno sede del Festival –, nel corso di una serata in cui verrà proiettato il loro ultimo film ‘Tori et Lokita’, presentato lo scorso maggio sulla Croisette, dove ha vinto il premio del 75esimo Anniversario. Quest’ultimo lavoro – come ha scritto Giancarlo Zappoli, direttore artistico di Castellinaria – è il racconto di una fratellanza apparentemente impossibile, non dettata dal sangue ma dalla vicinanza affettiva e dal comune bisogno. I due giovani africani protagonisti, una ragazza e un bambino immigrati in Belgio dove si spacciano per fratello e sorella, saranno chiamati a dimostrare questa parentela mentre le loro esistenze si muovono in precario equilibrio sempre rischiando di sprofondare nel baratro.
Formatisi come documentaristi, verso la fine degli anni Settanta i fratelli Dardenne hanno mantenuto una forte impronta realista anche nel passaggio a opere di finzione. Se il loro cinema inevitabilmente si è modificato a livello stilistico nel tempo, questa peculiarità è stata sempre mantenuta, così come la volontà di mettere fortemente al centro gli individui, le loro storie e il contesto della società in cui vivono e delle sue contraddizioni, tutte cose che i due registi sono stati capaci di mettere a nudo in maniera al tempo stesso cruda e poetica.