Arte

Sotheby's vs Rybolovlev, il giudice dà ragione alla casa d'aste

Dopo cinque ore in Camera di consiglio, i giurati hanno stabilito che il danno subito dall'oligarca è stato ‘autoinflitto’

‘Il re del potassio avrebbe potuto essere più avveduto negli acquisti’
(Keystone)
1 febbraio 2024
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La giuria di un processo civile a New York ha dato ragione a Sotheby's contro un oligarca russo che aveva accusato la casa d'aste di aver aiutato un gallerista svizzero a gonfiare di decine di milioni di dollari i prezzi di capolavori tra cui il leggendario Salvator Mundi attribuito a Leonardo da Vinci. Dopo cinque ore in Camera di consiglio, i giurati hanno stabilito che il danno subito da Dmitri Rybolovlev è stato in sostanza autoinflitto: il ‘re del potassio’ avrebbe potuto essere più avveduto negli acquisti, particolarmente in quanto persona dal presunto acume finanziario.

Quattro opere sono state al centro del processo in cui l'uomo d'affari aveva accusato Sotheby's di un complotto in cui il gallerista Yves Bouvier avrebbe finto di aiutarlo negli acquisti quando in realtà agiva come mercante d'arte comprando opere per poi girarle ai clienti a prezzo maggiorato: oltre al Leonardo, una testa di Modigliani, un Klimt (Wasserschlangen II) e Le Domaine d'Arnheim di Magritte. La giuria ha stabilito che Sotheby's non era al corrente dello schema. Se Bouvier aveva guadagnato erano fatti suoi, o tra lui e il suo cliente.

Il processo, in cui hanno deposto personalità di spicco del mondo dell'arte, ha peraltro aperto uno spiraglio sul mondo rarefatto e segreto delle transazioni artistiche di altissimo livello. "Se non altro abbiamo dimostrato l'assenza di trasparenza che affligge il mercato", ha detto Daniel Kornstein, l'avvocato dell'oligarca. È da un decennio che Rybolovlev, al 180º posto tra le persone più ricche del mondo, dà la caccia a Bouvier che a suo dire lo avrebbe frodato di "milioni o decine di milioni di dollari".

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