Il Museo Vincenzo Vela a Ligornetto propone una monografica dedicata allo scultore stabiese a cento anni dalla sua morte. Dal 4 giugno al 5 novembre.
A Parigi, fra una lezione e l’altra, Natale per mantenersi lavora come stuccatore sui cantieri. Nella Ville Lumière, il giovane ci arriva nel 1884: all’epoca ha 21 anni e si iscrive all’École nationale des Arts Décoratifs, distinguendosi nei concorsi scolastici. Del resto, la propensione artistica Natale Albisetti (1863-1923) la manifesta precocemente, alimentata dalla vicinanza – geografica e fors’anche di spirito – con il celebre collega ligornettese Vincenzo Vela (1820-1891), di un paio di generazioni più anziano.
© Museo Vincenzo Vela / Sebastiano Carsana
J. Barrué, Parigi Natale Albisetti, scultore ticinese, 1910 ca. fotografia riprodotta su La Patrie Suisse del 1° agosto 1923 Stabio, Fondo Natale Albisetti
Seppur ai margini delle pagine della grande storia dell’arte e del panorama della scultura svizzera fra Otto e Novecento, Natale Albisetti ai suoi tempi era scultore rinomato – “la cui fortuna critica ha vissuto stagioni alterne”, ha scritto Gianna A. Mina –, basti pensare ad alcune celebri commesse pubbliche che ha realizzato, fra cui l’Obelisco di Bellinzona del 1903, che celebra il primo centenario dell’entrata del Canton Ticino nella Confederazione; alcune statue allegoriche, del 1899, di Palazzo federale a Berna (raffiguranti le virtù svizzere) e altre realizzate per il Politecnico di Zurigo (1896). La sua marginalità non è dipesa dalla qualità del suo lavoro – di stampo classicista con eco romantiche, capace di esprimere (nei ritratti in particolare) “i moti dell’animo” amalgamati alla lezione realista di Vela –, ma è dovuta ad altre istanze: di gusto, linguaggi espressivi, mercato.
© Museo Vincenzo Vela / Sebastiano Carsana
Il Ticino accolto dalla Confederazione. Modello del rilievo per il Monumento all’Indipendenza ticinese a Bellinzona, 1903
Tiriamo un po’ i fili. A cent’anni dalla sua morte – avvenuta dopo breve malattia il 2 luglio 1923 –, allo scultore natio di Stabio il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto, con la collaborazione del Comune di Stabio, dedica l’esposizione monografica ‘Natale Albisetti (1863-1923), scultore. Dai successi parigini ai grandi cantieri svizzeri’, curata dalla direttrice del museo Gianna A. Mina insieme alla storica dell’arte Simona Ostinelli (autrice di uno studio sullo scultore). L’esposizione della sessantina di opere verrà inaugurata domenica 4 giugno (10.30) e sarà in essere fino al 5 novembre 2023, come presentato questa mattina in conferenza stampa.
Questa mostra, come altre prima, è frutto dell’impegno preso dal Vela nei confronti della produzione di autori coevi allo scultore ligornettese, apparentemente marginali, ma attivi per molto tempo in cantieri pubblici del Canton Ticino e soprattutto fuori dai suoi confini, come è il caso di Albisetti. “Artisti di talento – ha scritto ancora la direttrice –, ma generalmente sconosciuti non solo perché poco studiati, ma perché non esposti al pubblico (…) Si tratta di artisti che testimoniano, ognuno a suo modo e con specifiche caratteristiche, di quella maestria scultorea (…) così florida per secoli nel cantone a Sud delle Alpi”.
Prima di passare in rassegna la mostra, torniamo ai cenni biografici. Natale si forma all’Accademia di Brera a Milano (fra il 1882 e il 1884), arrivandovi dalla Scuola di disegno di Clivio (dai disegni emerge già la sua bravura nel tradurre le emozioni: peculiarità che si ritroverà nei busti). Procedendo a grandi falcate, siamo di nuovo a Parigi, è il 1887, Natale è ammesso all’École nationale des Beaux-Arts, dove insegna Pierre-Jules Cavelier, specializzandosi nella scultura di figura. Albisetti esordisce con le esposizioni proprio nei ‘Salons’ della capitale francese, sin dal 1890, mentre è dell’anno seguente il successo all’Esposizione universale, quando vince la medaglia d’argento per il gruppo scultoreo dedicato ad Arnoldo di Mechtel. Una delle sue opere, ‘Amor materno’ (presentato all’Esposizione nazionale di Ginevra del 1896), è acquistata dalla Confederazione.
Pur abitando in Francia, non reciderà mai il legame con la terra natia e la Svizzera, partecipando anche a concorsi pubblici qui. Facciamo ancora un balzo in avanti: fra il 1904 e il 1914, l’artista intensifica la partecipazione alle Esposizioni nazionali d’arte e come sempre nei Salons parigini; nel 1913 il Ministero francese della Pubblica istruzione e delle Belle Arti gli conferisce il titolo di Officier d’académie per meriti artistici. Nel 1922 realizza la sua ultima opera; muore a Stabio l’anno successivo.
L’allestimento al Vela procede seguendo un criterio tematico che va dipanandosi nella mezza dozzina di sale dove è esposta una selezione rappresentativa (soprattutto modelli in gesso, progetti per sculture, ritratti e monumenti pubblici, ma anche bozzetti, documenti e fotografie) che ha nel lascito dell’artista al Comune di Stabio la sua principale fonte (il Fondo Natale Albisetti). Avanzando nella visita, dapprima ci si imbatte nella scultura a destinazione pubblica ‘Tra impegno civile e gaia leggerezza’, quindi i contenuti relativi a ‘Parigi e la scuola francese’, seguiti dai ‘Ritratti’, ‘Gli affetti’ (che rivelano il lato più intimo, sensibile e introspettivo del suo fare) e ‘Scultura di genere’. Il tour termina con i bozzetti relativi ai ‘Concorsi pubblici’ (principalmente quelli per Palazzo federale a Berna e il Politecnico di Zurigo).
© Museo Vincenzo Vela / Mauro Zeni
Museo Vincenzo Vela, Ligornetto, sala X
Ad accompagnare l’allestimento, sarà pubblicata una monografia ‘Natale Albisetti (1863-1923), scultore. Dai successi parigini ai grandi cantieri svizzeri’, con diversi saggi, che verrà presentata al pubblico il 2 luglio (dalle 18) nella sala del consiglio comunale di Stabio.
Albisetti, un po’ sulla scorta di quanto fatto da Vela, è stato lungimirante donando i suoi materiali (un corpus frammentario) al Comune di Stabio, che negli ultimi decenni si è adoperato per dare rilievo alla sua figura. L’ente, una decina di anni fa, ha commissionato il restauro conservativo dei materiali della gipsoteca (a opera di Claudio Cometta e Peter Bolli) perseguendo un’opera di tutela, studio e valorizzazione. Sempre il Comune ha allora affidato a Ostinelli il mandato per la redazione del primo studio approfondito dedicato allo scultore, “fondamentale” per l’esposizione di Ligornetto. Non va dimenticato lo Spazio Albisetti, inaugurato nel 2018, in Piazza Maggiore che è possibile visitare in giorni stabiliti (www.spazioalbisetti.ch).
Durante il prossimo fine settimana, negli spazi del Museo sarà presentato un progetto inedito, una Maratona musicale, ideato da Gianna A. Mina e dal musicista e produttore musicale Claude Hauri. Il programma mette in luce, è stato illustrato, i sottili intrecci fra le opere di Vincenzo Vela e Natale Albisetti. Si partirà il 3 giugno (alle 17) con un repertorio dedicato al Lieder (‘Rivelazioni vocali’) attraverso pagine di Kreisler, Beethoven, Mozart, Schumann, Mahler, Wolf… Alle 19, spazio al concerto cameristico ‘Così vicini e così lontani’, con composizioni del contemporaneo Nadir Vassena e di Johannes Brahms. Domenica 4 giugno, alle 10.30 si svolgerà il concerto inaugurale – ‘Nella Parigi di Fin de siècle’ – dell’esposizione dedicata ad Albisetti, con pagine di Louise Farrenc, Cécile Chaminade, Gabriel Fauré. Seguiranno ‘Singolari affinità’ (dalle 15.15) e ‘Senza confini. Echi dalla Mitteleuropa’ (dalle 17).
Il programma esaustivo della Maratona musicale e le informazioni sulla mostra sono reperibili sul portale www.museo-vela.ch.