La Collezione Giancarlo e Danna Olgiati apre la stagione 2023 con la mostra intitolata ‘At the Studio’, visitabile dal 26 marzo all’11 giugno prossimi
Vincenzo Agnetti, Nairy Baghramian, Louise Bourgeois, Giorgio de Chirico, Emilio Isgrò, Ilya Kabakov, Arturo Martini, Fausto Melotti, Marisa Merz, Ugo Mulas, Henrik Olesen, Giulio Paolini, Paola Pivi, Pietro Roccasalva, Pamela Rosenkranz, Alberto Savinio, Gino Severini, Tatiana Trouvé, Cy Twombly, Franco Vimercati, Rachel Whiteread. Non stiamo snocciolando nomi di artisti in ordine alfabetico e in maniera casuale. La ventina è protagonista di ‘At the Studio’, la mostra che apre la stagione espositiva della Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, curata da quest’ultima e arricchita di un saggio di Alberto Salvadori. Lo spazio sul lungolago – in Riva Caccia 1 e parte del circuito del Museo d’arte della Svizzera italiana – sarà visitabile dal 26 marzo all’11 giugno prossimi (da venerdì a domenica), con ingresso gratuito.
L’allestimento propone opere, soprattutto di recente acquisizione, che stabiliscono un dialogo fra passato e presente, dove “il concetto di studio d’artista si esplicita attraverso varie forme e media”, riferisce la presentazione stampa. Questo è un progetto nato dalla volontà dei collezionisti “di muoversi all’interno di uno spazio fisico e mentale ben definito, quello dello studio, della casa scrigno” e prende le movenze (e il titolo) dalla grande tela dell’artista ucraino Ilya Kabakov, ‘At the Studio variation n.3, 2021’. Quest’opera, riferisce il comunicato, “fa emergere composizioni sontuosamente cariche d’allusioni con l’uso dolcemente desueto del riferimento alla grande pittura del passato”. Nell’opera di Kabakov centrale è la funzione e la simbologia dello specchio, oggetto reso celebre da Velázquez con il capolavoro ‘Las Meninas’ (1656), che permette la raffigurazione di “un quadro nel quadro”. Ma l’artista concettuale ucraino “sa benissimo che il quadro non è uno specchio che riflette tutto quanto ha vissuto, ma ha la consapevolezza che è un oggetto potente ed espressivo”.
La mostra “si svolge in un susseguirsi di stanze in cui artisti di differenti epoche convivono” e dialogano, dando luogo ad “assonanze e rimandi visivi, concettuali e sentimentali, in cui si incrociano livelli di pensiero differenti”: attraversare uno studio d’artista significa “incontrare qualcosa che forse ci aspettiamo, ma che non conosciamo”.
© 2023, ProLitteris, Zurich
Giorgio De Chirico, ‘Armoires dans une vallée’, 1926
Futurismo, avanguardie europee anni Dieci e Venti, arte italiana dagli anni Cinquanta ai Settanta, Nouveau Réalisme, arte povera, arte contemporanea dagli anni Ottanta a oggi: “Nel comporre la nostra collezione avevamo un obiettivo essenziale: documentare le avanguardie del nostro tempo ma con un costante rimando alle avanguardie storiche, per cercarne le radici. […]. Mettere a fuoco la grandezza dell’arte italiana e integrarla con il resto del mondo, per valorizzarla e farla conoscere”. Si capisce, da queste poche righe, che la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati è nata dalla passione.
Il progetto dei coniugi prende piede attorno agli anni Ottanta, quando i due collezionisti si conoscono, seppur entrambi avessero iniziato ben prima a raccogliere opere individualmente. Il loro lavoro di collezionismo è tra “le realtà più significative per quanto riguarda l’arte italiana dal primo Novecento a oggi, i nouveaux réalistes e l’arte contemporanea internazionale”. Guardando alle opere messe insieme in una quarantina e più di anni emerge come “il versante astrattista e la riflessione sull’oggetto hanno creato una continuità nella ricerca dei collezionisti, una sorta di fil rouge che si manifesta in tutte le loro scelte”.
I coniugi Olgiati, nel 2012, hanno deciso di aprire al pubblico una parte cospicua della loro Collezione e di darla in usufrutto alla Città di Lugano.
Informazioni consultabili su www.collezioneolgiati.ch; www.masilugano.ch.
© 2023, ProLitteris, Zurich
Ugo Mulas, ‘Alexander Calder a Saché, Francia’, 1961