Fino al 13 novembre di quest’anno, le celebri placche di una delle personalità artistiche più complesse e poliedriche del Novecento
"È una delle figure seminali dell’arte del Dopoguerra. Tra il ’60 e il ’70 ha cambiato, più che la pratica, la teoria dell’arte contemporanea. Entra tardi in questo sistema, perché è un poeta, è uno scrittore. Soltanto a quarant’anni decide di occuparsi delle arti figurative visive». Per diventare poi uno dei massimi rappresentanti dell’arte concettuale. Così Tobia Bezzola, direttore del MASI, introduce ‘Marcel Broodthaers - Poesie industriali’, mostra ospitata nella sede espositiva del LAC in cui sono raccolti i principali motivi della serie di placche create da Broodthaers tra il 1968 e il 1972, ispirate ai materiali, all’estetica e ai metodi di produzione dei cartelli stradali, con particolari combinazioni di parole, lettere, segni e forme, chiamate appunto ‘Poesie industriali’.
L’esposizione, concepita dal museo WIELS di Bruxelles di concerto con gli eredi dell’artista, include 72 placche. Corollario disegni, schizzi preparatori, tre film, l’opera audio ‘Intervista al gatto’ e una serie di ‘lettere aperte’ dell’artista. ‘Marcel Broodthaers - Poesie industriali’ si apre domenica e sarà visitabile sino al 13 novembre di quest’anno. Sempre domenica, alle 11, e sempre all’interno della sala espositiva, si terrà una conversazione in francese con Maria Glissen Broodthaers, vedova dell’artista, e con Charlotte Friling, curatrice della mostra presso il WIELS. In occasione dell’esposizione luganese, in coedizione Casagrande e MASI Lugano, viene pubblicato il catalogo ‘Marcel Broodthaers. Lettere aperte e conversazioni’, a cura di Francesca Bertini (co-curatrice della presentazione della mostra al MASI), volume che contiene le traduzioni in italiano di alcune lettere aperte e conversazioni con Marcel Broodthaers (www.masilugano.ch).