Le due righe di presentazione sulla pagina social sono un certificato di garanzia: “se volete del funk, vi diamo del funk”. Tutto molto chiaro. Sono bastati due soli anni a Re:Funk, band italo-ticinese, per suonare in alcune delle piazze più ambite dai musicisti, quella Grande nell'inverno del Locarno On Ice e la Rotonda durante il Festival del Cinema. Il gruppo guidato dal batterista, produttore, compositore ed educatore Dario Milan è ensemble di recente fondazione, costruito a quattro mani con Maqs Rossi, voce, attualmente impegnato anche sul fronte solistico (e co-prodotto dallo stesso Dario). I Re:Funk saranno parte integrante dell'edizione 2017 di JazzAscona (23, 26 e 29 giugno), ma si regaleranno anche una notte a Montreux (1 luglio) nella sezione 'Off' per nuove proposte, scelti tra 1.500 band. Quale migliore occasione per fare due chiacchiere proprio con il leader Milan su storia, progetti e ambizioni di un ottetto di professionisti con un dichiarato debole per il Re del Soul...
Re:Funk: la genesi in poche righe...
All'inizio del 2015, io e Maqs Rossi abbiamo deciso di mettere in piedi questa cosa molto per gioco. Siamo entrambi appassionati di funk e abbiamo pensato ad un quartetto. Per coprire la parte di repertorio anni 60/70 abbiamo chiamato un sassofonista. Poi ci siamo decisamente fatti prendere la mano, e ci siamo ritrovati in otto...
Due parole su questa 'famiglia allargata'?
Insieme a me e a Maqs ci sono Francesca Morandi al basso, Mad Mantello alla chitarra,
Luca Fraula alle tastiere, Emiliano Romano al sax tenore e ai cori, Mirko Roccato al sax baritono e Mauro Brunini alla tromba. Siamo un insieme di 'ticinesi ticinesi' e ticinesi d'adozione, come me, per esempio. Il mercato in Ticino è un po' piccolo per una band così grossa, contando il fatto che facciamo musica per professione, ma i riscontri importanti ci danno motivazioni importanti...
Sarete ad Ascona con “The King Years”: di che si tratta?
Portiamo appositamente per JazzAscona un omaggio a James Brown. Vorrei che passasse il concetto di omaggio e non tributo, inteso come tribute-band, cosa che non siamo. “The King Years” riassume la collaborazione con la King Records, il periodo di James Brown che noi preferiamo e che coincide anche con i successi più grandi, più o meno fino al cambio della guardia della sua band. Dopo Ascona, porteremo “The King Years” oltre Gottardo, in inverno.
JazzAscona a parte, che succede nel resto del tempo?
Stiamo lavorando al nostro primo disco di inediti, che registreremo live dall'inizio alla fine. Ci avvarremo della collaborazione di Mauro Fiero, che cura da sempre il nostro suono. Ci è anche venuta voglia di ospitare qualche guest vocale, e di allargare la sezione fiati fino a 5 o 6 elementi...
...potreste fare un colpo di telefono ai Tower of Power...
Ci sono cresciuto con i Tower of Power, ancor più che con James Brown. Li ho visti ad Estival nel 2010, purtroppo senza il baritonista, ma è stato comunque un gran concerto. Re:Funk, nello specifico, interpretano il funk proprio nelle modalità dei Tower of Power, in modo più energico di quello dei canoni tradizionali. Oggi ascolto anche cose più moderne, legate al new soul, ma le mie radici sono sempre ben piantate negli inizi...
Ti avrei chiesto chi sono i tuoi maestri, e una parte li abbiamo appena scoperti...
Sì, anche se nello specifico del mio strumento dovrei citare Dave Garibaldi o i grandi batteristi che hanno suonato con James Brown, per esempio Clyde Stubblefield, morto quest'anno, quello di “Funky drummer”. Mi ricordo un'intervista in cui disse «Io odio quel brano!», perché era nato alle 3 del mattino, suonato a fatica e male. Nonostante questo, è diventato il groove più campionato da musicisti e deejay... Ci sarebbero anche Buddy Rich, Elvin Jones, alcuni mostri sacri come Gadd, Erskine, Weckl e alcuni batteristi “più recenti” come JoJo Mayer, Benny Greb, Chris Dave, e tantissimi altri. Dentro c'è tutto, jazz, fusion, hip hop, elettronica, anche se il funk resta quella cosa che mi fa davvero battere il cuore...