Culture

Il sogno (realizzato) di Laura Pausini

Laura Pausini
25 novembre 2016
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Festoni colorati, lucine a intermittenza, fiocchi rossi e argento, persino la neve finta. Manca un mese esatto a Natale, ma c’è già aria di feste a Disneyland Paris, con Laura Pausini madrina d’eccezione per l’accensione delle luminarie del parco. «Il Natale per me è sempre stata una festa felice, in famiglia, con brodo, cappelletti e lesso; la messa di mezzanotte, il presepe, l’albero, la tombola; e io che mi vesto di rosso».

Forte di questo passato, la cantante di Solarolo quest’anno si è «regalata» ‘Laura Xmas’, un disco di canzoni natalizie, in salsa swing: «Era tanto che volevo farlo, ma finora mi era stato detto sempre no. Dopo 15 anni finalmente è stata la volta buona». La sfida per lei è stata uscire dal solco segnato dal pop. «Il mondo swing mi affascina da sempre, da quando, ragazzina, facevo piano bar. Non mi sono preparata in modo particolare, anche perché quando canto non mi pongo più molti problemi. Canto quello che mi piace, non per essere perfetta ma per il bisogno stesso di cantare. E chissà che il prossimo album non segua ancora questa linea», spiega, attorniata dalla sua tribù, figlia Paola compresa che piroetta vestita da fatina.

Proprio per lei, svela la Pausini, ha realizzato due dischi, conservati con cura: «Sono nel mio testamento: uno è sul cinema. Sarà Paola a decidere se renderli pubblici o tenerli per sé».

Per la presentazione ufficiale di ‘Laura Xmas’ ha scelto Disneyland e Parigi: «È una città che ha celebrato un momento triste, ma festeggiare significa ricominciare a sperare». Il disco, prodotto da Patrick Williams, contiene 12 classici della tradizione da ‘Let it snow! Let it snow! Let it snow!’ all’intramontabile ‘Jingle Bells’, passando per ‘Have yourself a Merry Little Christmas’ («la mia preferita, è dedicata a Ella Fitzgerald»), ‘Oh happy day’ e ‘Santa Claus is coming to town’. Nella versione italiana è incluso anche ‘Astro del ciel’. «Volevo tornare alla mia infanzia, con le canzoni che davvero ascolto. Il mio riferimento? Beh, certamente Michael Bublé».