Svizzera

Condannati due svizzeri per sostegno all'Isis e possesso di immagini violente

I giovani di Winterthur ricevono pene detentive e pecuniarie, ma assolti dall'accusa di partecipazione a organizzazione terroristica

24 marzo 2025
|

La Corte penale del Tribunale penale federale (TPF) quale prima istanza ha condannato oggi due presunti islamisti a pene detentive e pecuniarie: per i giudici di Bellinzona, i cittadini svizzeri di 23 e 28 anni, residenti a Winterthur (ZH), hanno sostenuto l'organizzazione terroristica Stato islamico (Isis) ed erano in possesso di immagini di violenza.

Il più giovane dei due è stato condannato a 36 mesi di reclusione, metà dei quali sospesi. Gli è inoltre stata inflitta una pena pecuniaria con la condizionale di 90 giorni. Il tribunale gli impone pure di continuare, durante il periodo di prova di tre anni, il lavoro di deradicalizzazione già avviato.

Al suo coimputato sono stati inflitti 35 mesi di carcere da scontare, oltre a 30 giorni sospesi di pena pecuniaria. I periodi già trascorsi in detenzione dai due, rispettivamente 718 e 1192 giorni, sono dedotti dalla pena da scontare.

La Corte penale non ha ritenuto colpevoli i due di aver partecipato a un'organizzazione terroristica, assolvendoli dunque dall'incriminazione più grave.

Secondo l'atto d'accusa, gli imputati, che frequentavano gli ambienti salafiti di Winterthur, hanno sostenuto l'Isis raccogliendo e trasferendo donazioni, in particolare tramite transazioni in criptovalute. Sempre stando al Ministero pubblico della Confederazione (MPC), hanno diffuso propaganda sulla piattaforma di messaggistica Telegram e tradotto vari documenti in tedesco. Avevano anche creato un organo d'informazione. In occasione del loro arresto, la polizia ha trovato immagini di violenza sui loro cellulari. Sempre secondo l'accusa, i due progettavano di recarsi in Siria per unirsi all'Isis. Il più giovane è del resto giunto in Turchia, dove è stato intercettato dalle autorità.

L'MPC aveva chiesto una condanna a 67 mesi per l'imputato più giovane e a 56 mesi per l'altro. In una dichiarazione rilasciata dopo la lettura del verdetto, indica di aver preso atto della decisione della corte: la analizzerà e deciderà su eventuali ulteriori azioni da intraprendere. La sentenza non è definitiva e può essere impugnata presso la Corte d'appello del TPF, quale seconda istanza.