Ticino

Genio civile in grossa difficoltà e turismo altalenante

È quanto emerge dal monitoraggio congiunturale 2025 realizzato dall’Ufficio di statistica ticinese. Confermata la contrazione dei lavoratori frontalieri

Edilizia in crisi
(Ti-Press)
20 marzo 2025
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È un “clima economico internazionale sempre più incerto” quello in cui ci troviamo, tanto che la Seco, la Segreteria di Stato dell’economia, ha delineato tre scenari possibili: uno di base, che esclude un’escalation delle tensioni commerciali mondiali, uno negativo, che cerca di anticipare l’impatto di un eventuale rallentamento dei flussi commerciali internazionali, e uno positivo, che al contrario stima dei benefici grazie all’introduzione di ampi programmi di spesa. È in questo contesto che si inseriscono le riflessioni dell’Ufficio di statistica ticinese (Ustat) nel suo monitoraggio congiunturale 2025 pubblicato oggi. Tante le sfide, come tanti gli argomenti presi in considerazione nel documento.

Domande di costruzione in forte calo

Primo tra tutti, il settore delle costruzioni. Gli ultimi dati del Centro di ricerca congiunturale (Kof) del Politecnico di Zurigo, premette l’Ustat, “segnalano in primo luogo le grosse difficoltà nel comparto del genio civile”. Non è tutto. “Alla fragile situazione del comparto a livello cantonale – aggiunge l’istituto –, fa da contraltare l’evoluzione in crescita riscontrata a livello nazionale”. La situazione degli affari tra gli attori attivi nell’edilizia principale, constata l’Ufficio di statistica, “è meno altalenante, ma simile”. E spiega: “Le difficoltà del settore sono confermate dai dati complessivi del 2024 relativi alle domande di costruzione, che, rispetto all’anno scorso, segnano un calo del 16,3% nell’edilizia abitativa e del 2,8% nell’edilizia non abitativa”. D’altro canto risultano in crescita le transazioni immobiliari, in particolare quelle di beni edificati, che sono cresciute quest’anno del 5,4%. “Questo rialzo – precisa l’Ustat – è da correlare in particolare alle transazioni di beni immobiliari con valori importanti (superiori ai 5 milioni), in crescita quasi del 6%”. Vista l’evoluzione del settore delle costruzioni, nei prossimi mesi saranno però “da tenere monitorate anche le transazioni immobiliari con valori più modesti”.

Pernottamenti discontinui

Dal genio civile al turismo. “Il 2024 – viene rilevato nel monitoraggio – si chiude con 2,4 milioni di pernottamenti in Ticino, pari a un calo dell'1,5%”. L’andamento della stagione, va detto, è stato discontinuo: “Nei primi quattro mesi – si legge nell’analisi – si era subito misurato un ritardo di oltre 50mila pernottamenti, aggravato dai risultati negativi (-15mila), del periodo maggio-agosto”. Un dato che non sorprende se si tiene conto del contesto nel quale è stato registrato. Si pensi ai nubifragi prima in Mesolcina e poi in Alta Vallemaggia e al loro impatto sul turismo. A compensare, i mesi seguenti: “Da settembre a dicembre – illustra l’Ustat – si sono invece inanellati una serie di risultati positivi, che hanno dato una svolta inaspettata, segnando +30mila pernottamenti su base annua”. Risultati che, per l’Ufficio di statistica, “sembrano segnare una prima eccezione e dare un po’ di slancio anche al turismo alberghiero cantonale”. Soprattuto tenendo conto del fatto che, “finora, sembrava ormai ineluttabile tornare lentamente sui livelli del 2019”.

Aumenta la disoccupazione tra gli uomini

Sul tema del lavoro, osserva l’Ufficio di statistica, “nei trimestri scorsi si era ripetutamente segnalato il calo dell’occupazione a livello cantonale, mentre i dati del quarto trimestre 2024 indicano una prima controtendenza e riportano il dato delle persone occupate oltre le 245mila unità”. Interessante, secondo l’Ustat, l’evoluzione del frontalierato, che si conferma in lieve contrazione in Ticino e in decelerazione in Svizzera. Un dato “che segnala anche il rallentamento congiunturale di alcuni settori che finora avevano trascinato la crescita di personale frontaliero, come il commercio e il turismo”. Non da ultimo, il tasso di disoccupazione cantonale Ilo più recente che “mostra un valore del 5,9%, in calo e allineato a quello di lungo termine, che conferma almeno parzialmente i risultati positivi dell’occupazione”. Vanno a ogni modo fatti alcuni distinguo. “Tra il 2023 e il 2024 – evidenzia l’istituto – il tasso tra gli uomini è salito dal 5,5% al 6,4%, mentre quello delle donne è sceso dal 7,6% al 6,8%”.