Iniziativa del Centro, in Gestione sì di Ps e Verdi. No da Plr e Lega. L'Udc si astiene, la parità è servita. Il presidente Sirica vota sì, et voilà
L'iniziativa parlamentare del Centro che chiede di cancellare il taglio da circa 10 milioni di franchi ai sussidi di cassa malati deciso con il voto al Preventivo 2025 ha una maggioranza nella commissione parlamentare della Gestione: da un lato i centristi, il Ps e i Verdi; dall'altro Plr e Lega. Con l'astensione dei due commissari Udc con la motivazione di non aver votato il Preventivo, e i liberali radicali che non hanno ancora sostituito Bixio Caprara, il voto è finito sette a sette. Ago della bilancia il presidente, Fabrizio Sirica (Ps), che ha fatto pendere la bilancia verso il rapporto, favorevole, stilato da Samantha Bourgoin (Verdi) e dal capogruppo socialista Ivo Durisch. In aula, nella sessione che inizierà lunedì 24 marzo, il voto però sarà tirato: radio parlamento parla di tre voti di scarto verso una o l'altra parte. I democentristi saranno verosimilmente contrari, i partiti più piccoli altrettanto verosimilmente a favore. E i raffreddori di fine stagione, soprattutto in qualche ala sociale che potrebbe voler dare segni di vita, a volte si fanno sentire.
Un rapporto chiaro, stringato e che va dritto al punto: questa iniziativa, o retromarcia (il Centro quel Preventivo l'aveva votato, taglio ai sussidi compreso) che dir si voglia, s'ha da fare. La decisione di dare una sforbiciata alla Ripam “è stata giustificata dalla difficile situazione finanziaria del Cantone Ticino”, si legge. Ma “attualmente, grazie alla distribuzione di circa 80 milioni di franchi da parte della Banca nazionale svizzera, si prospetta un possibile utile di esercizio di circa 10 milioni nel 2025, anziché il disavanzo di circa 100 milioni inizialmente previsto”. Ebbene: “Gli iniziativisti (i deputati del Centro Maurizio Agustoni e Fiorenzo Dadò, ndr) sostengono che, se questa evoluzione finanziaria fosse stata nota al momento dell'approvazione del Preventivo, non avrebbero accettato la riduzione dei sussidi di cassa malati per 10,5 milioni di franchi”.
Questa misura, viene rimarcato nel rapporto di Bourgoin e Durisch, “colpisce interamente le famiglie con figli. Famiglie che, oltre alla riduzione dei contributi, stanno affrontando un incremento del 10,5% del loro premio di cassa malati. Un doppio aggravio che pesa come un macigno sul loro budget famigliare”. E non va dimenticato secondo il rapporto divenuto poi di maggioranza, che “se oggi i sussidi per la cassa malati sono una delle principali voci di spesa dello Stato, è anche perché il sistema economico ticinese si basa su salari troppo bassi, che costringono molte famiglie a dipendere dagli aiuti statali per coprire i propri costi”. Questo aiuto finanziario, vale a dire i sussidi, “è diventato essenziale per quasi un terzo della popolazione, che ha risposto in maniera importante firmando il referendum lanciato contro i tagli ai sussidi che ha raccolto in poco tempo più di 11mila firme».
Insomma, “a nostro parere in futuro queste decisioni (il taglio, ndr) dovrebbero essere valutate con più cautela, considerando maggiormente le ripercussioni che comportano per i cittadini rispetto al pareggio dei conti”.
Va ancora più duro Durisch, che ci spiega come «auspichiamo sia il voto favorevole del parlamento, sia che a fronte del continuo aumento dei premi non vengano più prese decisioni di questo tipo, e che ci si renda conto del problema al di là dei soldi che arrivano o meno dalla Bns. Bisogna assolutamente evitare una riduzione del sostegno a chi fa già fatica».
Chiarissima è, per contro, anche la posizione del Plr. A spiegarla è il capogruppo Matteo Quadranti, che sta scrivendo il rapporto commissionale contrario all'iniziativa del Centro e che vedrà l'adesione della Lega. In estrema sintesi: indietro non si torna. E non lo si fa, spiega Quadranti, «perché abbiamo votato un preventivo che prevedeva questa misura sostenuta dal Consiglio di Stato e dal Dipartimento sanità e socialità, anche nella risoluzione governativa che ci hanno mandato in queste ore confermano l'impostazione data. Quindi – continua Quadranti – noi seguiamo questa posizione anche per coerenza rispetto a quanto abbiamo detto sia per il Preventivo 2024, sia per quello per il 2025: ci può essere un margine di risparmio sulla Ripam». Certo, concede lo stesso Quadranti: «Non è una cosa piacevole, né dirlo né farlo. Ma la situazione è questa, e riguardo ai premi le casse malati per legge devono incassare il costo del consumo».
Secondo il capogruppo liberale radicale «sorprende che il Partito socialista abbia accettato questa proposta, perché se uno lancia un referendum io mi aspetto che lo porti fino in fondo davanti al popolo. Comportarsi così, dando pure ragione al Centro, mi fa un po’ strano». Anche perché, sottolinea ancora Quadranti, «questi 80 milioni che arrivano dalla Banca nazionale non sono la panacea di niente, fanno comodo un po’ per tutto ma non esiste solo questo tema». In altre parole: «Se si deve risolvere il problema, e il problema è da risolvere, non lo si fa con un cerottino di cui beneficerebbe chi è già nel sistema dei sussidi, allargando la forchetta e aumentando la spesa senza agire concretamente sulla causa, cioè i costi della salute che in Ticino sono sopra la media». Dove, va da sé, per “altri strumenti” Quadranti intende «la nostra interpellanza che chiede di aumentare il grado di copertura degli ospedali».
Epperò i favorevoli – Centro, Ps e Verdi – sostengono che questi 80 milioni abbiano cambiato le carte in tavola... «No, non è così – risponde Quadranti –. Perché le finanze del Cantone dovrebbero funzionare senza una vincita al lotto della Bns. Se arrivano questi soldi ovviamente ben vengano, si possono fare cose in più, ma un budget deve stare in piedi indipendentemente da quello». Anche perché «se guardiamo in prospettiva le finanze cantonali sono tutto tranne che sicure».