Ticino

Insegnamento medio superiore, il Tram cancella le nomine

Il Tribunale amministrativo cantonale dà ragione al ricorrente e annulla la scelta di porre Pini e Mallé alla testa della Sezione

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(Ti-Press)
25 febbraio 2025
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Quelle nomine non s’hanno da fare. E dopo tanta polemica, arriva il Tribunale amministrativo cantonale (Tram) a sancirlo annullando, appunto, le nomine di Mattia Pini e Désirée Mallè alla direzione congiunta della Sezione dell’insegnamento medio superiore in seno al Dipartimento educazione cultura e sport (Decs). Ad aver impugnato la decisione del Consiglio di Stato era stato uno dei candidati scartati. Patrocinato dall’avvocato Gianluca Padlina, contestava la scelta dei due candidati con riferimento ai requisiti stabiliti nel bando di concorso e la presunta violazione di aspetti procedurali e di diritti costituzionali, come per esempio il diritto di essere sentito (del ricorrente) e quello di accesso integrale agli atti.

Il punto 4.7 della sentenza, datata 21 febbraio lunga 15 pagine, recita testuale che: “Occorre concludere che la valutazione dell’Autorità di nomina è insostenibile nella misura in cui non ha verificato che i due candidati nominati fossero in possesso dei (...) requisiti posti dal bando di concorso. Idoneità che deve essere dimostrata da entrambi singolarmente; l’inusuale nomina in job sharing non permette infatti di prescindere dal rispetto dei requisiti posti dal bando di concorso da parte di ognuna delle due persone nominate”.

Il concorso e la selezione

Il concorso per l’assunzione di un capo sezione a tempo parziale (50% come job sharing) oppure a tempo pieno era stato pubblicato dal Decs nel marzo dello scorso anno. Cinquantaquattro le candidature, tra cui quella di Mallè e Pini, docenti di italiano al Centro professionale commerciale di Locarno, e quella della persona che avrebbe poi ricorso contro le due nomine. Dopo una prima scrematura i papabili alla carica erano scesi a sei, sentiti da una commissione composta di quattro membri appartenenti, si ricorda nel verdetto giudiziario, sia alla Divisione della scuola del Decs sia alla Sezione delle risorse umane (Sru) del Dipartimento finanze ed economia. La commissione aveva ritenuto particolarmente idonee due candidature, tra cui quella in job sharing presentata da Mallè e Pini, disponendo un ulteriore approfondimento tramite assessment, a cura della Sru. Il 10 luglio il Consiglio di Stato ha nominato Mallè e Pini alla testa della Sezione dell’insegnamento medio superiore: capi a tempo parziale, in job sharing. La decisione governativa veniva però impugnata davanti al Tribunale amministrativo da uno dei candidati scartati.

Violato il diritto di essere sentito

Due le violazioni del diritto di essere sentito riscontrate dal Tribunale cantonale amministrativo, seppur il vizio sia stato poi sanato nel corso della procedura ricorsuale. Una è riferita alla decisione di nomina anonimizzata comunicata dall’autorità cantonale al ricorrente. “A ragione – scrivono i giudici –il ricorrente lamenta una violazione del proprio diritto di essere sentito per la mancata comunicazione del nominativo dei candidati prescelti. Tale informazione preclude in effetti le possibilità del ricorrente di difendersi in maniera efficace”. Rincara il Tram: “Come recentemente stabilito dal Tribunale, non può essere tutelata la prassi dell’Amministrazione cantonale, che costringe di fatto i candidati scartati a introdurre ricorso per ottenere questa informazione basilare e determinante per la valutazione del buon fondamento della scelta operata dall’autorità di nomina”. L’altra violazione del diritto di essere sentito accertata dai giudici è il rifiuto opposto dall’autorità di nomina al ricorrente di “qualsiasi possibilità di consultare gli atti del concorso”. Un rifiuto, esteso peraltro a qualsiasi documento, da ritenersi “ingiustificato”, sottolinea il Tram.

‘Requisiti, non risulta una verifica accurata’

Il ricorrente contestava la nomina di Mallè e Pini ritenendo che non disponessero di tutti i requisiti posti dal bando di concorso. Afferma il Tribunale cantonale amministrativo: “Non risulta che l’Autorità abbia verificato in modo accurato che i candidati possiedano pluriennale esperienza gestionale nel settore della scuola né pluriennale esperienza di gestione amministrativa e del personale. Non si trovano infatti sufficienti dettagli che consentano di stabilire se le competenze effettivamente messe in campo come esperti di materia per le scuole professionali possano rivestire simili connotazioni. Innanzitutto, si rileva che entrambi i candidati svolgono questo ruolo solo dal 2022, parallelamente alla funzione di docente. Inoltre non è chiaro quali siano le responsabilità concretamente affidate agli esperti nell’ambito della selezione dei nuovi docenti, né si comprende come e in che misura essi si siano occupati di impartire corsi di formazione agli insegnanti di italiano”.

Dunque, ricorso accolto e decisione di nomina annullata. Ergo: atti rinviati al Consiglio di Stato “per nuova decisione ai sensi dei considerandi” contenuti nella sentenza. Il verdetto dei giudici d’Appello non è definitivo: può essere impugnato, entro trenta giorni, con ricorso al Tribunale federale. Assai contenuta la reazione, scritta, del Decs: «Il Consiglio di Stato approfondirà la sentenza e deciderà i passi successivi da fare».

La sentenza del Tram ha avuto un comprensibile strascico anche nella seduta odierna del Gran Consiglio. Il deputato dell’Mps Matteo Pronzini ha chiesto, alla luce delle novità, di trasformare la richiesta di chiarimenti su questa nomina da parte del Movimento per il socialismo di nuovo in interpellanza (dopo che l’Ufficio presidenziale l’aveva trasformata in interrogazione) e, visto che la procedura di ricorso non è più pendente perlomeno dopo la decisione del Tram, che il governo risponda alle sue domande. Serafico il presidente del Gran Consiglio, il leghista Michele Guerra: «Non abbiamo il potere di imporre al Consiglio di Stato di rispondere o meno».

Proprio ieri...

Proprio ieri il parlamento cantonale ha respinto la proposta del Consiglio di Stato di rimuovere l’articolo 89 della Legge sulla procedura amministrativa (se il tribunale “giudica l’assunzione o la nomina di un dipendente illegittima, esso lo accerta nella propria sentenza; di conseguenza l’assunzione o la nomina vengono annullate e gli atti sono rinviati all’autorità di nomina per una nuova decisione”; il Tram “non può obbligare l’autorità competente ad assumere o nominare un candidato escluso”) in vigore da inizio 2021, per rimpiazzarlo con la disposizione precedente. Ovvero: “Se il Tribunale cantonale amministrativo giudica l’assunzione o la nomina di un dipendente illegittima, esso lo accerta nella propria sentenza”. Stop.

Il Gran Consiglio ha quindi mantenuto la possibilità per il Tram di annullare, in caso di ricorso, assunzioni e nomine nell’amministrazione pubblica che ritiene illegittime. Nel contempo il Legislativo cantonale ha detto sì al ‘compromesso’ prospettato dalla maggioranza (Plr, Ps e Lega) della commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’ tramite il rapporto del liberale radicale Matteo Quadranti. Nell’articolo 89 sono stati così inseriti due capoversi: “Il ricorso contro una decisione di assunzione o di nomina non ha effetto sospensivo” e “I motivi di ricorso sono, a titolo esaustivo, i seguenti: manifesto mancato rispetto delle condizioni formali e sostanziali del bando di concorso o estromissione del ricorrente per motivi discriminatori legati segnatamente al sesso, allo stato civile o alla sua origine”.

Il ricorso riguardante i vertici della Sezione dell’insegnamento medio superiore sarebbe stato accolto anche alla luce del nuovo articolo 89, fosse stato già in vigore? «Se le due persone nominate non dovessero essere effettivamente in possesso dei requisiti, vi sarebbe una manifesta violazione del bando di concorso. E meglio, dei requisiti formali e sostanziali – sostiene, da noi interpellato, Matteo Quadranti –. Si rientrerebbe dunque nei parametri della norma votata ieri. Che, ricordo, mantiene la possibilità di ricorso e la facoltà per il Tribunale cantonale amministrativo di annullare le nomine che giudica illegittime. Il nuovo articolo 89 mira unicamente a scongiurare ricorsi manifestamente infondati, pretestuosi».