Ticino

Due ticinesi su tre acquistano da negozi online cinesi

Temu, Wish, Aliexpress e Shein: stando a un sondaggio di Comparis la maggior parte degli svizzeri ordina dal web almeno una volta ogni due o tre mesi

In sintesi:
  • Ad acquistare da questi rivenditori sono soprattutto famiglie, donne e persone con un reddito basso e medio
  • Il basso investimento fa sì che le aspettative siano più facili da soddisfare
Rilevanti differenze a seconda della regione linguistica
(Keystone)
28 gennaio 2025
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Nel 2024 il 52% degli svizzeri e il 69% dei ticinesi ha effettuato un ordine da almeno un negozio online cinese. Insomma, lo scorso anno uno svizzero su due e due ticinesi su tre hanno acquistato merce da almeno uno dei quattro rivenditori online cinesi a basso costo: Temu, Wish, Aliexpress o Shein. L’ampiezza del fenomeno emerge da un sondaggio rappresentativo del servizio di confronti online Comparis. Indagine condotta nel mese di novembre 2024 che ha coinvolto 1’017 persone residenti in tutte le regioni della Svizzera.

Temu la piattaforma più popolare

Ad acquistare da questi rivenditori sono soprattutto famiglie, donne e persone con un reddito basso e medio. Tra queste piattaforme, la più popolare è Temu, dove il 47% degli intervistati ha effettuato almeno un acquisto nel 2024. Al secondo posto Aliexpress con il 20%, seguito da Shein con il 16%.

Sui portali cinesi, afferma nella nota Comparis, fa acquisti il 57% delle donne, una percentuale nettamente superiore a quella degli uomini, pari al 48%. Allo stesso modo le donne acquistano di più anche su Temu e dal gruppo di fast fashion Shein. Aliexpress, invece, è prediletto dagli uomini, mentre per Wish non ci sono grosse differenze di genere. Non solo. Le famiglie, con una quota pari al 60%, approfittano di queste offerte molto più spesso rispetto alle economie domestiche composte da una o due persone (rispettivamente il 49 e il 45%).

Esistono poi chiare differenze tra le regioni linguistiche: mentre solo poco meno di una persona su due nella Svizzera tedesca ha fatto acquisti in negozi virtuali cinesi, le quote sono sensibilmente più elevate in Romandia (58%) e soprattutto, come detto, in Ticino (69%).

Determinante il prezzo

Le differenze sono notevoli anche in base al livello di reddito: gli intervistati con un reddito lordo dell’economia domestica fino a 4mila (59%) e da 4mila a 8mila franchi (55%) acquistano molto più spesso dagli shop online cinesi rispetto a chi ha un reddito superiore a 8mila franchi (47%). Va da sé che i prezzi bassi sono per il 71% degli intervistati il motivo principale per cui ordinano merce sulle piattaforme online cinesi. Al secondo posto, i prodotti introvabili altrove (12%), seguiti dalla varietà dell’offerta (6%).

“I negozi online cinesi – scrive Comparis nella nota – vengono ripetutamente criticati dai media e dalle organizzazioni dei consumatori per la qualità talvolta scadente dei loro prodotti”. Tuttavia questo non pregiudica la soddisfazione della maggior parte dei clienti. Anzi, il basso investimento fa sì che le aspettative siano più facili da soddisfare. Nel dettaglio, il 28% si definisce molto soddisfatto degli ordini, il 44% piuttosto soddisfatto. Al contrario, solo il 6% degli intervistati è piuttosto o molto insoddisfatto.

Alla domanda su quale fornitore fosse stato utilizzato più frequentemente negli ultimi dodici mesi per acquistare beni o servizi, Temu si è piazzato al primo posto con il 18%, seguito da Digitec Galaxus (17%) e Zalando (15%).

Stando al sondaggio, la maggior parte degli svizzeri, ovvero il 69%, ordina su negozi online almeno una volta ogni due o tre mesi. Il 2% acquista su siti web più volte e il 5% circa una volta a settimana tramite smartphone, tablet o computer portatile. Al contrario, il 5% non acquista mai da e-commerce e il 24% lo fa meno di una volta ogni due o tre mesi. In questo contesto emerge che gli uomini comprano online più spesso delle donne. Inoltre, le persone con un reddito da 4mila a 8mila franchi e a partire da 8mila franchi al mese ordinano più spesso rispetto a chi percepisce un salario basso (meno di 4mila franchi).