La Banca nazionale dopo due anni torna a distribuire utili a Confederazione e Cantoni. Le parole del direttore del Dfe e dei partiti tra calma e ottimismo
Un utile nell'ordine di 80 miliardi di franchi, che si tradurrà in una distribuzione di tre miliardi a Confederazione e Cantoni. La Banca nazionale svizzera (Bns) torna a macinare e, dopo due anni di pesantissima assenza, torna a poter dare il proprio contributo a enti che versano in difficoltà finanziarie e confrontati con piani di rientro che non promettono nulla di buono.
Questo ritorno alla distribuzione degli utili, in soldoni, per il Canton Ticino e le sue casse cosa comporterà? «Possiamo stimare un'ottantina di milioni circa, che entrano nell'esercizio 2025», risponde raggiunto da laRegione il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta. L'ultima volta che erano stati distribuiti i dividendi dalla Banca nazionale svizzera «era il 2022, si trattò di 160 milioni. Poi nel 2023 e nel 2024 si è scesi a zero, con tutte le difficoltà riscontrate». Insomma, «sicuramente dopo due anni con le distribuzioni pari a zero, è positivo che si torni a ricevere qualcosa. In questo momento difficile per le finanze del Cantone questa boccata d'ossigeno è benvenuta».
Queste entrate straordinarie avranno sicuramente un impatto sul Preventivo 2025: «Come Consiglio di Stato abbiamo fatto tutti i calcoli partendo da un deficit attorno ai 60 milioni, facendo astrazione dalla Bns, così che se fosse arrivata qualche quota dalla Bns ci saremmo avvicinati all'obiettivo del pareggio dei conti». Poi, chiaro, «conosciamo tutti i cambiamenti arrivati nel frattempo». Vale a dire le ‘correzioni’ del parlamento, leggasi abolizione della tassa di collegamento, della progressione a freddo e l'aumento delle spese Ripam per i sussidi di cassa malati a seguito del forte aumento dei premi. Arrivando a un disavanzo previsto di poco meno di 100 milioni.
Adesso, indica Vitta, «questi 80 milioni andranno ad alleggerire il deficit permettendoci di far fronte agli impegni presenti nel Preventivo e di affrontare anche gli imprevisti come ad esempio le spese straordinarie che dovremo affrontare per la ricostruzione in Vallemaggia». Ma su un punto Vitta è fermo: «Dobbiamo essere consapevoli che queste sono entrate volatili, siamo passati da 160 milioni nel 2022 a zero nel 2023 e 2024, poi ora si risale a 80 milioni... ripeto, sono entrate benvenute, ma non possiamo considerarle nella loro interezza strutturali». Senza dimenticare, continua il direttore del Dfe, «che nel corso del 2025 è prevista la rinegoziazione tra Autorità federale e Bns della convenzione riguardo a queste distribuzioni, quindi bisognerà vedere i contenuti del nuovo accordo per capire come, in futuro, saranno regolate queste distribuzioni».
I dati fatti registrare nel 2024 dalla Bns consentono il versamento di un dividendo nella misura massima stabilita per legge di 15 franchi per azione, nonché l'assegnazione, si diceva, di complessivi tre miliardi di franchi alla Confederazione e ai Cantoni a titolo di distribuzione dell'utile. Come noto, questi tre miliardi vengono distribuiti ai sensi della convenzione tra il Dipartimento federale delle finanze e la Bns del 29 gennaio 2021 ed è ripartito per un terzo alla Confederazione e per due terzi ai Cantoni. Dopo i versamenti, la riserva per future ripartizioni ammonterà a circa 13 miliardi di franchi, ha sottolineato la Banca nazionale. Più in dettaglio nei risultati, l'utile sulle posizioni in valuta estera è ammontato a circa 67 miliardi di franchi. Sulle disponibilità in oro è risultata una plusvalenza da valutazione di 21,2 miliardi di franchi. La perdita sulle posizioni in franchi è assommata a 7,4 miliardi di franchi. Il rapporto dettagliato sul risultato di esercizio con i dati definitivi sarà pubblicato il 3 marzo 2025, mentre il Rapporto di gestione sarà disponibile il 18 marzo 2025.
Va da sé che non è il solo ticinese Vitta a tirare un sospiro di sollievo. La Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali delle finanze (Cdf) infatti accoglie “con soddisfazione le comunicazioni odierne sugli utili della Bns”. In una nota di oggi il presidente della Cdf Ernst Stocker parla di "un rallegrante sviluppo che ancora un anno fa non era atteso", vista l'elevata perdita di bilancio dell'istituto. “È competenza e responsabilità di ogni singolo Cantone tenere conto della situazione per quanto riguarda i propri conti”, prosegue ii consigliere di Stato zurighese. “In generale i Cantoni sono stati cauti nel mettere a bilancio eventuali distribuzioni”, conclude il 69enne esponente dell'Udc. E quindi eccolo, ancor più giustificato, il sollievo.
«Calma e gesso, chi vince 10mila franchi al lotto non è che si mette a pianificare l'acquisto di una casa», commenta serafico e col piede sul freno il presidente della commissione parlamentare della Gestione Bixio Caprara. Perché il discorso è semplice: «Queste della Bns sono entrate straordinarie, e il nostro Cantone è confrontato con molte spese straordinarie: pensiamo solo alla ricostruzione della Vallemaggia disastrata dal maltempo in estate che richiederà crediti importanti non inseriti nel Preventivo 2025». Insomma, prima ancora che partano Caprara respinge gli assalti alla diligenza: «Il Piano finanziario è lì da vedere, queste sono entrate che sicuramente fanno piacere, ma attenzione: abbiamo spese straordinarie, ripeto in particolare pensando alla Vallemaggia, che siamo sicuramente contenti di pagare con queste entrate straordinarie. Ma dopo, solo dopo e vedendo cosa resta attaccato di questi soldi possiamo pensare al resto, inteso come progetti futuri o sviluppo. Il deficit strutturale resta un problema enorme, ricordo che partiamo con 100 milioni di deficit annuale e un capitale proprio negativo di 300 milioni recuperabile solo grazie a utili, e da presidente della commissione auspico uno sforzo condiviso da parte di tutti senza illudersi che con questa distribuzione degli utili i problemi si siano risolti».
Più spigliato è il partito di Caprara, il Plr. Con una nota diffusa dai liberali radicali e firmata dal presidente Alessandro Speziali, viene posto l'accento sul fatto che questa distribuzione degli utili “rappresenta una concreta opportunità di rilancio anche per il Ticino. Non sarebbe invece accettabile che questa iniezione di capitali diventasse una comoda soluzione per non affrontare in maniera seria, responsabile e durevole il risanamento delle finanze cantonali”. In questo senso, il Plr “ritiene che questi soldi vadano impiegati per misure precise e concrete, una sorta di vitamina, per potenziare idee e strumenti capaci di rilanciare lo sviluppo economico del nostro Cantone, in primis con misure in favore di Pmi e industrie, ma anche – ad esempio – per garantire le risorse necessarie alla ricostruzione delle zone alluvionate in Vallemaggia e per riprendere con energia il filo del discorso sui progetti, anche visionari, legati alle infrastrutture di mobilità”. Secondo i liberali radicali “è un'opportunità che il Ticino non può lasciarsi sfuggire se mira al miglioramento della qualità di vita per i cittadini e alla creazione di posti di lavoro di qualità e ben retribuiti”.
Di diverso avviso, e non potrebbe essere altrimenti, il capogruppo socialista in Gran Consiglio Ivo Durisch: «Appare evidente come tutti i tagli inseriti nel Preventivo, come quelli dolorosi agli enti sociosanitari e le case anziani, non fossero giustificati. A nostro avviso non erano sostenibili nemmeno con quel disavanzo, figurarsi a fronte di un Preventivo che con queste entrate finirà se non in pareggio almeno vicino». Quindi, per Durisch «ancor di più oggi serve portare avanti le proprie politiche, con un occhio di riguardo alle spese certo, ma non nel modo in cui si è fatto finora. Bisogna partire dalle esigenze della popolazione e mantenere una progettualità che mi sembra sia stata completamente cancellata per lasciar spazio a soli ragionamenti contabili». E molti di questi tagli, osserva ancora Durisch, «rischiano di ripercuotersi pesantemente su situazioni già difficili, e quindi anche sui conti futuri». A questo punto acquista peso il referendum che il Ps assieme al comitato ‘Stop ai tagli’ ha lanciato per contrastare la sforbiciata di una decina di milioni di franchi ai sussidi di premi di cassa malati? «Assolutamente sì, diventa ancora più evidente che di quel taglio non c’è bisogno, come non c’è mai stato bisogno di mettere ancora più in difficoltà chi già è in condizioni difficili».
“Gli utili della Bns con fanno che confermare quello che come Verdi diciamo da tempo: la situazione non è grave come lo sostiene la narrazione della maggioranza, il debito è minimo, e ora grazie alla Bns appare chiaro che si sono fatti tagli inutili penalizzando il Paese e le fasce più fragili della popolazione”, scrivono in una nota gli ecologisti. Che aggiungono come “con il Preventivo 2025 la maggioranza in Gran Consiglio ha votato tagli agli istituti per invalidi, per gli anziani e anche ai sussidi per la cassa malati, dopo che in soli tre anni abbiamo visto crescere i premi del 30%. Decisione sfrontata contro la quale come Verdi ci opponiamo insieme al Comitato ‘Stop ai tagli’ con un referendum per il quale stiamo raccogliendo adesso le firme”. Quindi, “gli utili da distribuire della Bns sono sicuramente una buona notizia e non devono sottrarre nessuno da un serio e costante lavoro nella revisione dei compiti per mantenere uno Stato agile e moderno. Ma ribadiamo che la questione del debito pubblico è sopravvalutata e drammatizzata ad arte dai sostenitori del meno Stato”.
«Alla fine questo Preventivo potrebbe finire addirittura in utile», commenta dal canto suo il capogruppo del Centro Maurizio Agustoni che ripete il mantra del suo partito negli ultimi anni: «Non bisogna fasciarsi la testa prima di rompersela, è questo il nostro approccio. Sappiamo benissimo che di base il Preventivo è spesso più pessimista del Consuntivo, quindi nella scelta delle misure bisogna sempre tener conto che ragioniamo su documenti prudenziali». In più, «a parte gli ultimi due anni la Bns ha sempre dato delle quote. Non bisogna farci esclusivo affidamento, ma nemmeno far finta che non ci sia, tanto più quando parliamo di importi significativi». Va da sé che, riprende Agustoni, «noi abbiamo sempre detto che il pareggio di bilancio non era lontano. Certo, 80 milioni cambiano in modo importante il risultato finale, ma non eravamo in una situazione così catastrofica che se non fossero intervenute le quote dalla Banca nazionale saremmo falliti». L'obiettivo di pareggio di bilancio «resta», conclude Agustoni: «Ma come resta anche il fatto che non si può raggiungere con misure che aggravano situazioni di fragilità nella popolazione».
Tra i più battaglieri nell'attirare l'attenzione sul deficit attorno ai 100 milioni, portando poi all'astensione di via Monte Boglia sul voto riguardo al Preventivo 2025, c'era il capogruppo della Lega Boris Bignasca. Che prende atto, ma non arretra. Nel senso che «è sicuramente una notizia positiva, il deficit nel 2025 sarà sicuramente migliorato. Ma, sempre a livello di cifre – ci spiega –, rimane il tema che abbiamo un forte indebitamento e soprattutto il capitale proprio in negativo, e siamo già vicini ai vincoli del freno al disavanzo». Detto questo, afferma Bignasca, «le nostre proposte di risparmio, alcune approvate e altre no, sono valide sia quando ci sono gli utili della Bns, sia quando non ci sono. Il principio di economicità e parsimonia deve essere sempre applicato».
In splendida forma e con la consueta verve, il capogruppo Udc Sergio Morisoli annota come «80 milioni di franchi sono otto giorni di costo dello Stato. Bene, abbiamo coperto una settimanella, ma il paziente resta in condizioni critiche: il problema della spesa è strutturale, non congiunturale. Non si troveranno esperti degni di questo nome che non affermino come siamo 150/160 milioni oltre quello che dovremmo spendere». La buona notizia, concede Morisoli, «è che questi soldi levano un po’ la pressione da misure drastiche da prendere nell'immediatezza, per dare più spazio a misure a lungo termine e non solo di lifting. Se il governo sfrutta bene il tempo c'è possibilità di fare bene». Con quanto ottimismo lo dice? «Il buon vecchio Friedrich von Hayek diceva che chi pensa di spiare le carte della provvidenza è un presuntuoso, meglio lasciarla fare da sola...».