L'Associazione delle polcom chiede al governo di riconsiderare la decisione di rinunciare alla scuola 2026. La lettera.
“Capiamo le necessità di razionalizzazione dei costi da parte del governo, tuttavia riteniamo che questa misura di risparmio abbia un impatto significativo non solo sul corpo di Polizia cantonale, ma anche sulle forze delle polizie comunali, sulla Polizia dei trasporti e sulla Polizia del Cantone dei Grigioni che intendono frequentare i corsi in italiano”. Mittente: il Comitato dell’Apcti, l’Associazione delle polizie comunali ticinesi. Destinatario: il consigliere di Stato e direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi. Nella lettera, firmata dal presidente dell’associazione Orio Galli, l’Apcti esprime “preoccupazione” per la decisione del governo di rinunciare alla Scuola di polizia nel 2026 – una decisione preannunciata nel messaggio licenziato in settembre dal governo sul Preventivo 2025 del Cantone – e quindi, come scrivono le Polcom, “di sospendere la cadenza annuale della scuola”. Che da anni forma sotto il medesimo tetto aspiranti poliziotti della Cantonale e delle Comunali, nonché (futuri) agenti italofoni appartenenti ad altre forze dell’ordine svizzere.
Scrive l’Associazione delle polizie comunali: “L’assenza di una formazione annuale limiterebbe purtroppo le opportunità per nuove assunzioni e, conseguentemente, influirebbe negativamente sulla pianificazione delle risorse umane in ambito locale e regionale”. Per queste ragioni l’Apcti chiede che “la decisione di sospendere la scuola annuale venga riconsiderata, tenendo conto delle esigenze specifiche delle forze di polizia esterne a quella Cantonale e cercando soluzioni che possano bilanciare le necessità di risparmio finanziario con l’importanza di garantire un adeguato ricambio generazionale e un’efficace operatività delle polizie tutte”.
Concetto ribadito dal responsabile dell’associazione interpellato dalla ‘Regione’. «Rinunciare al ritmo annuale della scuola impedirebbe di fatto anche alle polizie comunali di far fronte alle partenze naturali e quindi di mantenere l’organico necessario a eseguire i vari compiti fissati dalla legge», rileva Orio Galli, che è pure vice comandante della Polizia Torre di Redde e che aveva accennato alla missiva (datata 16 ottobre) dell‘Apcti intervenendo venerdì scorso all’assemblea della sezione ticinese della Federazione svizzera dei funzionari di polizia (Fsfp). Anche quest’ultima e i sindacati Ocst e Vpod hanno scritto al Consiglio di Stato invitandolo a riflettere sulle conseguenze negative della cancellazione della scuola 2026.