Taglio contributo finanziario per i docenti specialisti, la Conferenza direttori e direttrici degli istituti comunali: ‘Governo, rivedi la decisione’
“La mancanza di una regia centrale rischia di creare disparità significative tra i Comuni, con effetti diretti sulle opportunità educative offerte ai bambini e alle bambine”. C’è preoccupazione, molta preoccupazione da parte della Cdd, la Conferenza dei direttori e delle direttrici degli istituti di scuola comunali, per la soppressione del sussidio cantonale ai Comuni per gli insegnanti specializzati di educazione fisica e di educazione musicale. La misura decisa dal Consiglio di Stato nell'ambito del Preventivo 2025 del Cantone “di ridurre i contributi alle scuole comunali, escludendo dal finanziamento i docenti specialisti non obbligatori come quelli di educazione fisica e musicale, suscita profonda preoccupazione per le sue possibili implicazioni”, sottolinea la Conferenza. Una misura, avvertono i direttori e le direttrici degli istituti comunali, che “costringe i Comuni a decidere in autonomia se mantenere tali figure, limitando le opportunità educative per gli allievi e le allieve, creando di fatto un sistema scolastico a più velocità”. Da qui la richiesta della Cdd al governo di ritornare sui propri passi.
Perché quanto deciso dal Consiglio di Stato “non solo penalizza le scuole comunali, ma mette implicitamente in discussione il ruolo del Cantone come garante dell’equità e della qualità nell’insegnamento”. Se questo ruolo venisse meno, evidenzia la Conferenza, “le conseguenze sul territorio e sugli allievi potrebbero essere importanti e disomogenee”. L’assenza di una regia centrale rischia infatti di generare “disparità significative tra i Comuni, con effetti diretti sulle opportunità educative offerte ai bambini e alle bambine”. E ciò poiché le realtà comunali con meno risorse, spiegano i direttori e le direttrici, “potrebbero non essere in grado di sostenere lo standard attuale, mentre quelle più solide finanziariamente continuerebbero a garantire l’offerta formativa corrente”. Uno scenario, ammonisce la Cdd, che “comprometterebbe il principio di equità, con il rischio di un sistema educativo eterogeneo, dove il luogo di residenza determinerebbe la qualità dell’istruzione ricevuta, aggravando così le disuguaglianze già presenti nel tessuto sociale”.
Anche trascurare discipline come l’educazione fisica e l’educazione musicale, che contribuiscono “allo sviluppo fisico, creativo e relazionale degli allievi”, significherebbe, secondo la Conferenza, “minare una parte essenziale della formazione dei cittadini e delle cittadine di domani”. Eppure il Cantone all’inizio dello scorso decennio “aveva intrapreso una strada chiara verso il rafforzamento del proprio ruolo di garante dell’equità scolastica, cantonalizzando il Servizio di sostegno pedagogico e, più recentemente, facendosi carico pure dei docenti di lingua e integrazione”. Scelte, osserva la Cdd, che hanno contribuito “a ridurre le disparità territoriali e promosso una scuola democratica, capace di garantire pari opportunità di accesso a un’istruzione di qualità”. La recente decisione del Consiglio di Stato, che trasferisce “maggiori responsabilità finanziarie” ai Comuni nel settore scolastico, “sembra invece contraddire questa visione, minacciando i fondamenti stessi dell’equità sul territorio”.
Pareggio dei conti del Cantone e dunque risparmi/tagli per conseguire l’obiettivo contabile di una certa politica… “Sebbene sia comprensibile la necessità di ottimizzare i costi, questa strategia rischia di frammentare il sistema educativo, accentuando le disuguaglianze tra territori e compromettendo la missione della scuola come istituzione inclusiva e promotrice di coesione sociale”, afferma la Conferenza. “In questo senso, pur riconoscendo che i docenti generalisti sono abilitati a insegnare educazione musicale ed educazione fisica, è importante sottolineare che i docenti specialisti apportano un valore aggiunto insostituibile – tiene a chiarire la Cdd –. Affidare queste materie ai docenti specialisti arricchisce l’esperienza educativa, favorendo una pluralità di sguardi sul singolo. Eliminare la loro presenza rischia dunque di impoverire la qualità dell’insegnamento e di creare ulteriori disparità educative”. La Conferenza cantonale dei direttori e delle direttrici degli istituti scolastici comunali auspica che il governo “riveda questa decisione” e “riconosca l’importanza dei docenti specialisti come parte integrante dell’educazione dei nostri bambini e delle nostre bambine”.
I direttori e le direttrici temono “fortemente” che la misura sia “il primo passo di una strategia di trasferimento di competenze finanziarie, che non risolve i problemi economici delle istituzioni e allo stesso tempo ne deteriora la qualità”. La Cdd chiede poi alle autorità comunali e alla popolazione di “sostenere questa richiesta per garantire a tutti gli allievi e le allieve del cantone un'educazione equa e di qualità”. È un vero e proprio grido d’allarme quello della Conferenza dei direttori e delle direttrici degli istituti scolastici comunali. Verrà raccolto?