Ticino

Peste suina africana, si punta a ridurre il numero di cinghiali

Il Dt avvia un progetto pilota: gli animali abbattuti e consegnati a un punto di ritiro agevolato saranno retribuiti se la carne è idonea al consumo

Immagine di archivio
(Dipartimento del territorio)
13 novembre 2024
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La peste suina africana (Psa), già diffusa nelle zone al confine in Lombardia e Piemonte, bussa alle porte del Ticino, e il Cantone potenzia gli strumenti a disposizione per la lotta a tale malattia dei suini, innocua per gli esseri umani ma molto pericolosa per i cinghiali e i maiali da allevamento. Un aumento delle catture di cinghiali, e dunque la diminuzione della loro densità in Ticino, soprattutto nelle zone più popolate e in quelle di frontiera contribuirebbe a ridurre la probabilità di arrivo e diffusione del virus nel nostro territorio, oltre che a gestire in modo più efficace gli animali che potrebbero essere contagiati.

Per tale motivo, dopo aver introdotto la caccia estiva al cinghiale, il Dipartimento del territorio avvia un progetto pilota rivolto alle cacciatrici e ai cacciatori, offrendo loro un punto di ritiro agevolato delle catture. Il progetto prevede la possibilità di consegnare i cinghiali abbattuti a un punto di raccolta a Rivera all’interno del Centro istruzione della Protezione civile.

Gli animali considerati idonei al consumo, con una qualità della carne ineccepibile, saranno ritirati dietro compenso di 4 franchi al chilogrammo (considerando il peso in pelle). Questa possibilità verrà per il momento offerta per l’intero periodo della caccia invernale al cinghiale dal 16 novembre 2024 al 22 gennaio 2025, durante i giorni aperti alla caccia (mercoledì, sabato e domenica).

Gli animali ritirati, spiega il Dt, "saranno successivamente trasportati in un laboratorio di sezionamento e lavorati da un macellaio". In linea di principio, la carne ottenuta dopo la lavorazione sarà poi utilizzata all’interno della rete di refezione gestita dal Cantone come, ad esempio, nelle mense scolastiche.

"Questo permetterà, inoltre, anche di valorizzare una risorsa alimentare a chilometro zero, quale è la selvaggina. Il progetto va anche nel senso di una miglior regolazione dei cinghiali e quindi di una riduzione dei danni da essi causati in agricoltura", scrive il Dt.

Un bilancio del progetto pilota verrà stilato al termine del periodo venatorio invernale. Questa opportunità "verrà garantita solo fino a quando dovesse subentrare un’offerta privata analoga in grado di assicurare le medesime prestazioni".

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