laR+ SALARIO MINIMO

In Gestione sì all’ultima forchetta. Il Ps rilancia

È ufficiale. Come anticipato da ‘laRegione’ la scorsa settimana, nella riunione di ieri della commissione parlamentare ‘Gestione e finanze’, sono arrivate le firme al rapporto che dà sostanzialmente il via libera all’ultima forchetta del salario minimo che, dal 1° dicembre, sarà compresa tra 20 e 20,25 franchi orari. Accettando, così, un aumento di 0,25 franchi rispetto a quanto previsto. Sostegno unanime – le firme dei commissari Udc sono arrivate con riserva – quindi al rapporto redatto da Matteo Quadranti (Plr), Ivo Durisch (Ps), Sabrina Gendotti (Centro), Omar Balli (Lega), Roberta Soldati (Udc) e Samantha Bourgoin (Verdi).

E proprio partendo da qua, ma anche dalla loro iniziativa popolare che chiede di portare le soglie un po’ più in alto, oltre i 22 franchi, si muove il Partito socialista. “Un salario minimo più elevato potrebbe ridurre l’incidenza del rischio povertà?” chiede infatti al Consiglio di Stato Ivo Durisch. Non è l’unico quesito che il capogruppo Ps in parlamento formula in un’interrogazione che trae spunto dagli ultimi dati di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea. Dati dai quali emerge, evidenzia Durisch, “una situazione preoccupante per quanto riguarda il nostro cantone: il Ticino è annoverato tra le 19 regioni europee in cui il tasso di persone a rischio di povertà o esclusione sociale supera il 35%”. Ciò che lo posiziona “tra le aree con maggiore vulnerabilità sociale in Europa, al pari di regioni particolarmente svantaggiate come il Sud della Spagna, la Grecia Sud-occidentale e il Sud dell’Italia”. Dati specifici “indicano che la quota di persone a rischio in Ticino è aumentata di oltre il 10% dal 2020, dimostrando una tendenza crescente alla vulnerabilità socio-economica”. Durisch non ha dubbi: “Questo incremento è un segnale d’allarme, che suggerisce la necessità di interventi urgenti e mirati”. E aggiunge: “Considerando anche che in circa la metà dei Paesi dell’Ue i bambini rappresentano la categoria più esposta alla povertà o all’esclusione sociale, è importante chiedersi se anche in Ticino le giovani generazioni siano particolarmente colpite da questo fenomeno”.

Il capogruppo del Ps chiede quindi al governo “quali misure, anche preventive, sono attualmente in atto per combattere il rischio di povertà e di esclusione sociale in Ticino, e come si prevede di rafforzarle per rispondere a questa situazione di emergenza”. E ancora: “In quale misura le giovani generazioni e le famiglie con figli sono colpite dalla povertà in Ticino? Ritiene il Consiglio di Stato che l’alto rischio di povertà possa essere un motivo di denatalità e in generale di decrescita della popolazione residente?”. Quali risorse aggiuntive “potrebbero essere messe a disposizione per sviluppare programmi di supporto sociale in Ticino, specialmente in un contesto in cui il rischio di povertà sembra aumentare costantemente? A che punto è il progetto di lotta al non ricorso alle prestazioni sociali? Come si intende migliorare la situazione delle famiglie monoparentali e dei nuclei con figli, categorie particolarmente esposte al rischio di povertà? E visto che è in ballo anche il Preventivo 2025 del Cantone, la domanda è inevitabile: “Alla luce di questi dati ritiene ancora giustificabile il taglio sulla Riduzione dei premi di assicurazione malattia”, la Ripam?

Al Consiglio di Stato il deputato socialista chiede anche “se sia disponibile ad aggiornare annualmente lo studio sulla povertà in modo che diventi un osservatorio, che raccolga regolarmente dati specifici sul fenomeno, permettendo di monitorare l’evoluzione del problema in Ticino e di individuare tempestivamente le aree su cui intervenire”. Alla luce “dell’incremento” delle disuguaglianze economiche e del “crescente” numero di persone a rischio di povertà nel nostro cantone, continua ancora Durisch, “riteniamo indispensabile un intervento chiaro e deciso per garantire una migliore qualità della vita a tutti i cittadini ticinesi, specialmente a quelli che si trovano in situazioni di fragilità socio-economica”. A.MA./JAC