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‘Informazione e aiuti ai media, il Cantone che fa?’

La deputata dei Verdi Giulia Petralli chiede lumi al governo attraverso un’interrogazione: ‘Urgente agire prima che si verifichi una crisi irreversibile’

In sintesi:
  • ‘Necessario prendere atto della situazione economica, così da comprendere quali misure adottare per supportare le nostre testate in questa delicata fase di transizione’
  • Si chiede al Consiglio di Stato se sia ‘in corso una discussione e/o un monitoraggio sullo stato di salute e di difficoltà dei nostri media’
A rischio anche la coesione sociale
(Ti-Press)
6 novembre 2024
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“L’informazione è il pilastro della nostra democrazia. Consente ai cittadini di rimanere aggiornati su ciò che accade nel nostro Cantone e nel mondo e fornisce una piattaforma essenziale per il dibattito pubblico”. E quindi: “È quel mezzo fondamentale che aiuta la popolazione a formarsi un’opinione informata e a compiere scelte consapevoli quando è il momento di votare”. È da questo assunto che parte la deputata dei Verdi Giulia Petralli in un’interrogazione – firmata anche dalla socialista Lisa Boscolo, dalla centrista Sara Demir e da Tamara Merlo di Più Donne – all’indirizzo del Consiglio di Stato sul tema dei sostegni cantonali ai media.

Un contesto delicato

I media, è risaputo, operano attualmente in un contesto delicato. “A causa della crisi strutturale che li colpisce da diversi anni – scrive infatti Petralli – la ricchezza mediatica è sempre più minacciata”. E spiega: “È noto che questi ultimi anni sono stati particolarmente difficili per l’informazione, soprattutto quella cartacea, anche a causa della concentrazione dei guadagni nelle mani dei giganti del web, come i social media e Google. Questi colossi hanno progressivamente eroso una delle principali fonti di sostentamento dei media tradizionali: la pubblicità”. Non solo. “In parallelo – prosegue l’ecologista – sempre più persone si affidano a contenuti gratuiti, spesso di dubbia qualità e affidabilità, piuttosto che al lavoro giornalistico serio, che richiede tempo, risorse e professionalità”.

Cartina al tornasole di questa situazione, i numerosi tagli e licenziamenti comunicati a più riprese da diversi gruppi mediatici. “Non sono passati inosservati – si legge in tal senso nell’atto parlamentare – i recenti tagli nel settore, annunciati da gruppi come Tamedia, che include testate del calibro di ‘Tages-Anzeiger’ e ‘Tribune de Genève’. È difficile immaginare – non nasconde la deputata – che, se realtà solide come queste faticano a sostenersi, i nostri giornali locali non si trovino attualmente ad affrontare le stesse acque incerte”. Di più. “Inoltre – rimarca Petralli – l’importanza del giornalismo locale non va sottovalutata: non solo garantisce l’informazione, ma contribuisce alla coesione sociale, mantenendo vive le comunità e offrendo un’ampia copertura su tematiche come le politiche locali e le iniziative comunitarie”. E avverte: “La scomparsa del giornalismo locale potrebbe avere effetti devastanti sull’identità del nostro Cantone e sulla capacità della popolazione di sentirsi parte attiva delle decisioni che la riguardano”.

Sotto scacco la pluralità dell’informazione

Secondo Petralli è a ogni modo “necessaria e auspicabile una trasformazione del ‘modello di comunicazione’ dell’informazione, soprattutto per coinvolgere le nuove generazioni”. Tuttavia, evidenza, “è fondamentale che questo cambiamento avvenga senza sacrificare né la qualità dei contenuti, né la presenza capillare delle testate sul territorio”. In merito, rileva la deputata, “ad oggi, fortunatamente, le nostre principali testate cartacee non mostrano apparenti segnali di cedimento, ma è urgente agire prima che si verifichi una crisi irreversibile, che potrebbe ridurre la pluralità dell’informazione nel nostro Cantone”.

Petralli auspica dunque che si prenda “atto della situazione economica”, così da “comprendere quali misure adottare per supportare le nostre testate in questa delicata fase di transizione, che presumibilmente porterà (anche) a una maggiore digitalizzazione e a un formato più adatto alle abitudini delle generazioni più giovani”. La granconsigliera tiene particolarmente al tema dei giovani vis-à-vis dell’informazione, che “merita un approfondimento specifico”, tenuto conto del “costante calo di interesse di questa fascia della popolazione verso le notizie e la partecipazione democratica; condizione che rischia di compromettere il buon funzionamento delle istituzioni nel lungo termine”. Tra le proposte presenti nell’interrogazione, un investimento “nell’alfabetizzazione mediatica delle giovani generazioni, magari con progetti educativi nelle scuole che le avvicinino a una fruizione più consapevole delle notizie, formando così cittadini più informati e attivi”. Non da ultimo: “Nell’attesa di un’eventuale approvazione del pacchetto di aiuti federale a sostegno della transizione tecnologica – afferma Petralli – anche il Ticino può fare la sua parte. Il Cantone, infatti, potrebbe promuovere incentivi mirati che aiutino le testate locali a superare questo momento di riorganizzazione senza intaccare in alcun modo la loro indipendenza editoriale. In tal senso, l’esempio di altri Cantoni come Neuchâtel, Vaud, Ginevra e Friborgo, che hanno adottato misure di sostegno mirato, potrebbe essere utile da seguire”.

Le domande al governo

In quest’ottica, non sono poche le domande rivolte al governo: “È in corso – viene chiesto in primis nell’interrogazione – una discussione e/o un monitoraggio sullo stato di salute e di difficoltà dei nostri media?”. Ma anche. “Seguendo l’esempio attuale di altri Cantoni, ha pensato di elargire aiuti cantonali mirati a sostegno dei media cartacei anche con lo scopo di agevolarne la transizione digitale?”. Le interpellanti passano poi al tema delle generazioni più giovani, ma anche più anziane: “Per quanto riguarda le persone giovani o pensionate è mai stata vagliata la possibilità di proporre un pacchetto di incentivi per poter finanziare parte di un abbonamento a una testata ticinese?”.

Tra gli altri quesiti anche quello di capire se ci siano delle “direttive per cui tutte le campagne cantonali, come ad esempio quelle di sensibilizzazione o di promozione del territorio (‘Acque sicure’ o ‘Vivi il tuo Ticino’, per fare un paio di esempi), riservino un budget per i giornali cartacei a sostegno del loro importante lavoro”, oppure se il governo abbia “mai pensato di farsi promotore di un pacchetto di misure intercantonale coinvolgendo anche i Grigioni per portare avanti proposte a sostegno del settore”.